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Malasanità nel carcere di Genova, il caso di Carmine Tolomelli: “È morto in agonia, abbandonato e senza cure”

“Alla fine Carmine era in agonia, aveva gli occhi pieni di sangue. Lo hanno portato via in un sacco nero”. A parlare a Fanpage.it è Immacolata Stasino che ha denunciato la morte del compagno avvenuta il 24 febbraio 2024. Il decesso, stando alla denuncia, “si poteva evitare” perché il risultato di anni di negligenze e malasanità durante la detenzione al carcere Marassi. Oggi, a più di un anno dalla morte di Tolomelli, la situazione sembra non essere cambiata come dimostrerebbe la lettera firmata da 50 detenuti e la denuncia al carcere per “gravi violazioni dei diritti fondamentali”.
A cura di Giulia Ghirardi
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Carmine Tolomelli
Carmine Tolomelli

Carmine è morto in agonia. Quando mi hanno permesso di vederlo, gli ho preso la mano e gli ho detto: ‘Sono qua’. Lui mi ha sentito e si è girato. Aveva gli occhi pieni di sangue, respirava con affanno. Mi ha guardato, poi si è girato dall'altro lato e non si è più svegliato. Lo hanno portato via in un sacco nero”. A parlare a Fanpage.it è Immacolata Stasino, "Titti" per gli amici, che ha denunciato la morte del compagno Carmine Tolomelli, avvenuta il 24 febbraio 2024 all'Ospedale San Martino di Genova. Il decesso, stando alla denuncia, "si poteva evitare" perché – secondo la donna – risultato di anni di negligenze e malasanità durante la detenzione.

Un calvario che sembra non avere fine e a cui oggi fa eco la lettera di una cinquantina di detenuti della 5° sezione del carcere Marassi di Genova (adibita ai soggetti affetti da gravi patologie), indirizzata all'associazione Quei bravi ragazzi family nella quale sono stati denunciati una serie di gravi problemi sanitari che esisterebbero all'interno dell'Istituto. Tra questi viene segnalato lo stato di totale disinteresse nei confronti dei detenuti che – di fatto – "sono abbandonati nelle celle, senza un minimo di assistenza, con più malati all'interno delle camere, con medici assenti sia in caso di urgenze sia di visite quotidiane", hanno lamentano i detenuti. "Si deve sperare che non siano malesseri gravi, altrimenti serve solo chiamare l'agenzia funebre". Da qui è scaturita una denuncia contro il carcere per "gravi violazioni dei diritti fondamentali dei detenuti malati".

La storia di Carmine Tolomelli "morto per malasanità"

"Carmine è entrato in carcere nell'aprile 2019 presso la Casa Circondariale di Tolmezzo (Udine) con una condanna di 10 anni da scontare", ha esordito la compagna a Fanpage.it. Poco dopo l'inizio della detenzione "abbiamo fatto richiesta di sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari". Richiesta che viene motivata dalla grave patologia cronica pregressa da cui Carmine era affetto: cirrosi epatica grave di grado severo F4 che "necessitava di cure mediche specialistiche e un'alimentazione corretta e attenta che non erano possibili in carcere".

Stasino manda quindi tutta la documentazione medica necessaria per spiegare la condizione del compagno, ma la richiesta viene negata dai giudici che ritengono, invece, che Tolomelli possa essere curato in carcere. In breve tempo, però, le sue condizioni peggiorano tanto che nel 2022 un medico del carcere di Tolmezzo le dichiara "incompatibili con il regime carcerario" e chiede il suo trasferimento alla Casa Circondariale di Marassi a Genova, nota per il suo centro clinico SAI (Servizio Assistenza Intensiva). Secondo la denuncia, una volta arrivato a Marassi, Tolomelli non viene, però, collocato nel reparto clinico, bensì in una cella con un altro detenuto senza ricevere le terapie prescritte. Lì le sue condizioni si aggravano ulteriormente fino ad arrivare al ricovero d'urgenza all'ospedale San Martino di Genova nell'aprile 2023.

Le prescrizioni terapeutiche stabilite in sede di dimissioni che Tolomelli avrebbe dovuto seguire in Istituto, "non vengono eseguite" e nel maggio 2023 Tolomelli viene nuovamente ricoverato in ospedale. Questa volta in coma. Ancora, il mese successivo l'ex detenuto torna in ospedale presentando diverse fratture alle costole e un edema alle gambe e alle braccia. "Aveva un litro e mezzo di liquidi, la setticemia e la sepsi, dovuto a rigetto ed insufficienza renale perché non adeguatamente curato, ma trascurato da medici incaricati che avrebbero dovuto rendersi conto delle condizioni di salute di Carmine", ha aggiunto la compagna a Fanpage.it.

Quando poi a luglio "Carmine è stato dimesso dall’ospedale non è stato più sottoposto ai necessari esami per accertare se era venuta meno l’infezione al sangue né è stato più portato in ospedale per i controlli", si legge nella denuncia che Fanpage.it ha potuto visionare. Così, dopo mesi di agonia, Tolomelli è deceduto il 24 febbraio 2024. “Quando finalmente ho potuto vederlo, Carmine era in agonia. Gli ho preso la mano e gli ho detto: ‘Sono qua’. Lui mi ha sentito e si è girato, aveva gli occhi pieni di sangue, respirava con affanno. Mi ha guardato, si è girato dall'altro lato e non si è più svegliato. Lo hanno portato via in un sacco nero”.

"Tutto questo poteva essere evitato perché la sua patologia era nota. Carmine è morto a causa del loro disinteresse", ha concluso Stasino a Fanpage.it. "Per questo ho iniziato un'azione legale alle Procure di Udine, di Genova e di Napoli, perché Carmine poteva essere salvato. Carmine stava pagando perché per la legge aveva sbagliato, ma non doveva pagare con la vita. Ora chi ha sbagliato deve pagare. Il 26 giugno 2019 Carmine è entrato a Tolmezzo con i suoi piedi. Il 24 febbraio, mi sono dovuto portare via Carmine dentro una bara. Questo non lo accetto. Non è giusto. Sarò la voce di Carmine fino al mio ultimo respiro".

La denuncia dei detenuti del carcere di Genova

Oggi, a più di un anno dalla morte di Carmine, il processo sulla morte di Tolomelli è ancora in corso e nulla sembra essere cambiato. A dimostrarlo, tra l'altro, sarebbe un colloquio che si è svolto lo scorso 4 settembre durante il quale è stata consegnata una lettera di denuncia collettiva firmata da 50 detenuti della 5ª sezione (adibita ai soggetti affetti da gravi patologie) all’avvocata Guendalina Chiesi, in qualità di vicepresidente dell'associazione Quei Bravi Ragazzi Family, per segnalare una serie di presunti soprusi subiti all'interno dell'Istituto. Da qui l‘associazione ha deciso di sporgere denuncia per "gravi violazioni dei diritti fondamentali dei detenuti malati", accusando i vertici sanitari e amministrativi del carcere di Marassi di svariate "negligenza e omissioni".

All'interno della lettera, infatti, i detenuti descrivono una situazione allarmante: dalla somministrazione di farmaci senza blister o tracciabilità e l'assenza di visite specialistiche, fino all'esistenza di cartelle cliniche alterate, sovraffollamento nelle celle, e condizioni igienico-sanitarie pessime con muffa e aria stagnante. Il tutto contornato da un clima di "sfiducia e paura, con timori di ritorsioni".

Il caso ha portato a una richiesta di ispezione ministeriale urgente sia al centro clinico SAI del carcere di Genova che al reparto detenuti dell'Ospedale San Martino, per verificare le effettive condizioni strutturali e igienico-sanitarie. Qualcosa, quindi, si è messo in moto, ma non basta. "La speranza è che non ci siano più Carmine, che la morte di Carmine non sia vana", ha concluso Stasino a Fanpage.it. "Adesso deve essere tempo di giustizia".

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