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Maestra vittima di revenge porn a Torino, la preside alle colleghe: “Fatela sbagliare, la mando via”

In un messaggio audio su Whatsapp la preside della scuola di Torino in cui lavorava la maestra vittima di revenge porn diceva alle colleghe: “Per favore, cercate di indurla a fare qualcosa di sbagliato: qualsiasi cosa succeda mi chiamate e io lo prendo come pretesto per mandarla via. Fatemi sta cortesia, io non più cosa fare”.
A cura di Davide Falcioni
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"Io prendo ogni pretesto per mandarla via. Cercate di farla sbagliare". Sono parole pronunciate in un messaggio audio su Whatsapp e attribuite alla preside della scuola del Torinese dove lavorava la giovane educatrice finita al centro di critiche dopo un caso di revenge porn con la diffusione, da parte del suo fidanzato, di immagini intime e private in una chat del calcetto. Il brano è stato fatto ascoltare stamattina nel tribunale di Torino, durante il processo a carico della dirigente scolastica. Stando a quanto trapelato nell'audio la preside si rivolgeva alle colleghe della maestra: "Allora ragazze, ho pensato di fare un vocale: domattina mi darete tutti i cellulari perché ho paura che lei possa prendere come pretesto qualsiasi cosa per danneggiarci. Per favore, cercate di indurla a fare qualcosa di sbagliato: qualsiasi cosa succeda mi chiamate e io lo prendo come pretesto per mandarla via. Fatemi sta cortesia, io non più cosa fare".

La nota vocale nel gruppo whatsapp delle maestre era stata inviata il giorno dopo che la giovane vittima di revenge porn era stata convocata in una riunione proprio di fronte a tutte le sue colleghe, per decidere come affrontare la situazione. Nel corso dell'udienza di oggi alcune educatrici hanno raccontato che in quel frangente "lei piangeva, era disperata. La direttrice le disse che doveva scegliere se prendersi un periodo di pausa o se dimettersi, ma non le impose nulla". Le colleghe della maestra hanno affermato che alla fine di quella riunione era stata lei stessa a "scegliere" di dimettersi, dicendo che "non sarebbe più riuscita a guardare in faccia i genitori" dei bambini.

Il pm Chiara Canepa e gli avvocati che difendono la maestra – Domenico Fragapane e Dario Cutaia – hanno tuttavia smentito questa ricostruzione descrivendo un clima decisamente diverso e volto ad allontanare la ragazza: la preside, infatti, avrebbe suggerito alle colleghe di affidarle i bambini più problematici da gestire, così da indurla ad andarsene o almeno a "fare qualcosa di sbagliato".

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