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Macchinista unico sui treni: indagato Soprano, ad Trenitalia

Gli amministratori delegati di Trenitalia, Vincenzo Soprano, e Svi, Frédéric Fhal, sono indagati dal pm di Torino Raffaele Gauriniello nell’inchiesta sui rischi legati alla presenza di un solo macchinista su alcuni treni in Piemonte.
A cura di Susanna Picone
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Il pubblico ministero di Torino Raffaele Guariniello ha messo sotto inchiesta gli amministratori delegati di Trenitalia, Vincenzo Soprano, e Svi (Società Viaggiatori Italia, che è una filiale della francese Sncf), Frédéric Fhal. Vincenzo Soprano e il collega francese Fhal risultano indagati nell'inchiesta sui rischi legati alla presenza di un solo macchinista su alcuni treni in Piemonte. Secondo il pubblico ministero torinese, che ipotizza la violazione del testo unico sulla sicurezza dei lavoratori, serve infatti troppo tempo per soccorrere un macchinista colto da malore quando il treno si trova in galleria. La decisione di lasciare un solo addetto alla guida espone dunque a rischi ferrovieri e viaggiatori. L'indagine del pm di Torino era partita quasi due anni fa dopo gli esposti dei lavoratori e dei sindacati. Le verifiche svolte dalla polizia giudiziaria sono state effettuate su diverse linee ferroviarie del Piemonte soprattutto nei tratti in galleria.

Secondo i magistrati la decisione di lasciare un solo addetto alla guida espone a rischi ferrovieri e viaggiatori – Dai test effettuati è emerso che nei treni con un uomo solo al comando, in caso di infortunio o malore, con l’arresto del mezzo in galleria, non sarebbero garantite le tempistiche adeguate per il soccorso sanitario da effettuare nei tempi più rapidi possibili. In particolare in una simulazione in galleria nei pressi di Cuneo, con blocco del convoglio, il tempo calcolato per l’arrivo del soccorso è stato stimato oltre i 40 minuti. Un tempo eccessivo per salvare la vita di qualcuno. Lo scorso anno erano state impartite prescrizioni alle due società ferroviarie e a una terza che si è adeguata. Nei confronti di Trenitalia e Svi, invece, le Asl hanno emesso verbali di “rivisita negativa” proprio per il mancato adeguamento.

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