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Guerra in Ucraina

L’UNHCR a Fanpage.it: “In Italia già 230mila ucraini, si aprano le frontiere anche ai profughi”

Chiara Cardoletti, rappresentante per l’Italia dell’UNHCR: “Qui vivono già almeno 230mila persone di nazionalità ucraina, ci aspettiamo che alcuni profughi vogliano raggiungerle, specialmente se si tratta di familiari”.
A cura di Davide Falcioni
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Questa volta le bombe non piovono su Damasco, né su Kabul o Baghdad. Stavolta il terrore della guerra è calato sull'Ucraina, a poche centinaia di chilometri di distanza dal confine italiano, dove questa notte il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato un attacco su larga scala colpendo non solo i presidi militari ucraini del Donbass, ma anche le infrastrutture di molte altre città. Mentre scriviamo, le truppe russe hanno preso il controllo dell'aeroporto di Kiev e "marciano" ormai spedite verso il cuore della capitale, dove da ore risuonano le sirene antiaeree. A pagare il prezzo più salato, come avviene durante ogni guerra, sono i civili. Non sono ancora noti i numeri ufficiali delle vittime, che ammonterebbero comunque a diverse decine, ma è già possibile stimare che decine di migliaia di persone nel prossimo futuro abbandoneranno le loro case e il loro Paese per cercare rifugio nel resto d'Europa. A loro, ora, è doveroso garantire accoglienza. Fanpage.it ne ha parlato con Chiara Cardoletti, dal giugno del 2020 Rappresentante per l’Italia, la Santa Sede e San Marino dell’UNHCR, Agenzia Onu per i Rifugiati.

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Anche la guerra in Ucraina rischia di causare un'ondata di profughi, come tutte le altre?
Sì, stiamo monitorando costantemente la situazione e siamo molto preoccupati per le conseguenze umanitarie di questo intervento militare russo. Stiamo già vedendo persone che hanno cominciato a fuggire dalle loro case e ci aspettiamo che, soprattutto nella fase iniziale, lo sfollamento sia soprattutto interno ai confini ucraini: alcune stime parlano di 6 milioni di possibili profughi. Per quanto ci riguarda siamo presenti nel Paese dal 1994 e siamo già pronti a rispondere alle necessità di assistenza alla popolazione; abbiamo predisposto personale e aiuti umanitari sia in Ucraina che nei Paesi di frontiera.

Molti di questi profughi potrebbero cercare aiuto anche fuori dall'Ucraina?
Sì. Per quanto riguarda i movimenti di persone fuori dai confini ci vengono segnalati almeno tremila profughi in Moldova, ma la situazione si sta evolvendo molto rapidamente e questo numero è certamente destinato ad aumentare.

Anche l'Italia dovrà fare la sua parte, quindi…
Sì. Nel nostro Paese vivono già almeno 230mila persone di nazionalità ucraina e ci aspettiamo che alcuni profughi vogliano raggiungerle, specialmente se si tratta di familiari. Ovviamente trattandosi di rifugiati bisogna assicurarci che queste persone vengano aiutate ad attraversare la frontiera italiana e che venga poi dato loro tutto il supporto necessario, ad esempio se vorranno riunificarsi con i loro parenti. Crediamo comunque che non dovrebbero esserci difficoltà: l'Italia da anni ha maturato un'importante esperienza nell'accoglienza e nonostante ci siano stati dei piccoli "nei" questo Paese ha dimostrato di saper aiutare chi ne ha bisogno.

Cosa chiedete al Governo Draghi?
Chiediamo di continuare a lavorare in partnership affinché i rifugiati ucraini che vogliono venire in Italia possano farlo senza ostacoli. Al popolo italiano, estremamente generoso, chiediamo su supportare il nostro lavoro perché siamo pieni di emergenze: non solo l'Ucraina, ma anche l'Afghanistan, il Sahel e tante altre.

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