
Ce l’hanno fatta, alla fine. Dopo anni a dirci che non è vero che il pianeta si stava riscaldando, che fosse colpa delle attività umane e che potessimo far qualcosa per invertire la tendenza, finalmente il mondo si è convinto: il cambiamento climatico non esiste più, le alluvioni, le siccità e gli incendi che periodicamente devastano territori sempre più grandi – buon ultimo lo Sri Lanka – sono fenomeni casuali, e comunque ci dobbiamo occupare di altro che le emergenze sono altrove: i migranti, ad esempio, o la terribile ideologia gender.
L’ultima, in ordine di tempo, è la guerra. Dobbiamo armarci, dice il presidente americano Donald Trump, e noi rispondiamo “presente”, da bravi camerat.., ops scusate: patrioti. Perché difendere la Terra con la T maiuscola, no, sia mai, ma difendere i confini, perbacco, quello sì. È così bello, così ottocentesco: i tatuaggi delle forze armate altrui sul braccio di politici che non sanno nemmeno come si prende in mano un fucile, le parate militari, il ritorno alla leva obbligatoria che piace a un italiano su due, perché “insegna la disciplina ai giovani”. E poi soldi, soldi e ancora soldi da spendere in obici, aeroplani, droni e compagnia sparante. Perché, è il mantra, per evitare le guerre bisogna armarsi tantissimo. Lo dicevano i romani, “si vis pacem para bellum”, che pare brutto contraddirli, i nostri più celebri tra gli antenati. Anche se, a dirla tutta, non sono diventati un Impero a pacche sulle spalle.
Nel frattempo, il 2025 è il secondo anno più caldo della Storia da quando si registrano le temperature, preceduto solo dal 2024 e seguito a ruota dal 2023, ma cosa volete che sia? In fondo, tra il 2024 e il 2025 le cose sono migliorate. E comunque è colpa della Cina, che per inciso è il Nemico con la N maiuscola. Poco ci manca che qualcuno, per prendere due piccioni con una fava, non proponga di dichiararle guerra.