Luigia Borrelli picchiata e uccisa con un trapano nel 1995, prelevato Dna dei fratelli del presunto killer

Sono stati prelevati oggi, mercoledì 10 dicembre, i Dna dei tre fratelli di Fortunato Verduci, il carrozziere 65enne indagato per l'omicidio di Luigia Borrelli. L'infermiera venne picchiata e uccisa con un trapano nel 1995 a Genova nel basso di vico Indoratori, dove viveva e si prostituiva.
L'accertamento è stato disposto nell'ambito dell'inchiesta aperta per fare luce sul cold case, noto come il ‘delitto del trapano'. I tre uomini si sono presentati nell'ufficio della pubblico ministero Patrizia Petruzziello, che coordina le indagini, per sottoporsi all'esame del Dna.
A prelevare i campioni è stato il generale Luciano Garofano, il consulente nominato dall'accusa. I nuovi accertamenti sono propedeutici alla chiusura delle indagini che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane.
Gli esami dovrebbero servire a escludere che il Dna repertato all'epoca sul luogo del delitto, per quanto simile, non possa essere riconducibile o sovrapponibile a qualche parente di Verduci.
Il carrozziere al momento è un uomo libero, visto che il giudice per le indagini preliminari, il Tribunale del Riesame e anche la Cassazione nei mesi scorsi hanno respinto la richiesta della Procura di arrestarlo.
Per i giudici ci sarebbero granitici indizi contro l'uomo ma il 65enne "incensurato" potrebbe essere "in astratto una persona diversa" rispetto a quanto accaduto così tanti anni fa.
Il presunto killer era stato individuato grazie al Dna estratto da una macchia di sangue trovata sulla scena del crimine. Il profilo era risultato compatibile con quello di un lontano parente recluso nel carcere di Brescia.
Secondo l'accusa, Verduci, ludopatico e pieno di debiti, avrebbe ucciso Luigia per rapinarla dopo averla picchiata brutalmente. Tra le prove raccolte dagli inquirenti ci sarebbero anche alcune intercettazioni, conversazioni avvenute tra Verduci e i suoi colleghi sentiti come testimoni.
"Fortunato, io ti devo fare una domanda, ma perché l’hai ammazzata?", avrebbe chiesto uno di loro all'indagato il 9 maggio 2024 nell'officina di Staglieno, in provincia di Genova, dove il carrozziere lavora.
L'uomo ridendo avrebbe replicato: "Eh, per passatempo".