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Il caso Lorys Stival

Lorys, Veronica Panarello e la sindrome di Medea: “Accusò suocero per colpire il marito”

“Incolpare il suocero ha significato per lei punire Davide”. Lo ha detto l’avvocato Daniele Scrofani, rappresentante legale di Davide Stival, papà del piccolo Lorys, parlando di Veronica Panarello, ora in attesa della sentenza di Cassazione per l’omicidio del figlioletto Lorys. Al processo, tuttavia, fu escluso che Veronica fosse preda della sindrome di Medea, quella che spinge le madri a uccidere i figli per punire il coniuge.
A cura di Angela Marino
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"Incolpare il suocero ha significato per lei punire Davide”. Lo ha detto, di Veronica Panarello, l’avvocato Daniele Scrofani, rappresentante legale di Davide Stival, papà del piccolo Lorys. Intervistato da ‘Urban Post', Scrofani ha commentato l'ipotesi che Veronica Panarello fosse stata preda della cosiddetta, sindrome di Medea, che spinge le madri a uccidere i figli per punire il marito. In questo caso l'oggetto della punizione si sarebbe esteso al suocero Andrea Stival.

"Ci muoviamo sempre nell’ambito delle ipotesi – precisa Scrofani – colpire il padre significa colpire Davide, perché (Veronica) dice: ‘Di fatto io ti ho tradito con la persona che più ti farà del male sapere… Pensate che questo ragazzo subisce l’omicidio del figlio, poi scopre che non è stato un maniaco a togliergli la vita, come si andava ipotizzando nelle prime ore, ma addirittura la madre, ovvero la moglie, e poi con la complicità del padre". Tale coinvolgimento è già stato escluso perché Andrea Stival non si trovava nei luoghi indicati dalla Panarello nei tempi indicati, quando Lorys veniva assassinato. Dunque è del tutto estraneo alla vicenda, di cui, anzi, è vittima al pari di suo figlio. Le false accuse di Veronica hanno fatto scattare un procedimento per calunnia che presto vedrà la mamma di Santa Croce Camerina comparire nuovamente in tribunale, insieme a quello per minacce. Il giorno della condanna a 30 anni, pronunciata dai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Catania, infatti, Veronica gridò al suocero: "Ti ammazzo".

Alla mamma di Lorys manca solo un grado di giudizio perché la sentenza a suo carico diventi definitiva. Una sola possibilità, l'ultima, che il suo legale Francesco Villardita userà per ottenere l'ammissione del ricorso contro la sentenza di condanna. Il legale di Veronica, che ora è reclusa nel carcere le Vallette di Torino, ha chiesto anche la sua assistita venga sottoposta a una perizia psichiatrica che ne diagnostichi presunti disturbi di personalità. Lei spera, nel frattempo, e intanto fa piccoli lavoretti mentre, Davide, il suo ex marito, le manda lettere e foto del figlioletto minore. "Se lo fa volentieri? No – dice l'avvocato di Stival – Lo fa di malavoglia, onestamente. Davide è arrabbiato. Dopo tutto quello che è successo, però, comunque lui alla fine è ragionevole e adempie al suo dovere. È una persona per bene, mite”.

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