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Lorenzo Parelli morto nell’ultimo giorno di stage, gli operai: “Il suo tutor era assente”

Lorenzo Parelli non stava materialmente lavorando quando è stato colpito e ucciso da una putrella nello stabilimento della Burimec a Lanuzacco, lì dove stava svolgendo lo stage per l’alternanza scuola-lavoro. Secondo le testimonianze degli operai, era in attesa in un’area a rischio. Il tutor che avrebbe dovuto occuparsi di lui era stato sostituito per malattia.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Lorenzo aveva 18 anni e molti amici. Con loro condivideva la passione per le moto. Suo zio e suo padre erano stati i primi a insegnargli a guidarne una. Adesso gli amici di una vita accendono il motore della moto da cross davanti casa sua a Udine, come in segno di saluto.

Lorenzo Parelli è morto schiacciato da una putrella nello stabilimento della Burimec a Launzacco. Il 18enne era al suo ultimo giorno di stage gratuito per il progetto di alternanza-suola lavoro. Mentre amici, insegnanti e l'intera nazione si stringono attorno ai familiari del ragazzo che pur studiando è morto da lavoratore, l'indagine sull'accaduto segue due strade diverse.

La prima riguarda l'attività che il ragazzino stava svolgendo in quel momento: si ipotizza infatti che il ragazzo non fosse materialmente impegnato a lavorare, ma che fosse comunque in attesa in un'area a rischio. Resta inoltre il fatto che Lorenzo lavorava a pieno regime senza la sorveglianza di un tutor. Gli accertamenti puntano a capire chi dovesse occuparsi dello studente: secondo quanto riferito dagli operai agli inquirenti, il responsabile era stato sostituito per malattia e le autorità cercano di capire se il tutto sia avvenuto in modo regolare.

Nonostante l'occhio attento alla burocrazia, però, resta il ragazzino di 18 anni morto tragicamente sul lavoro. Secondo gli operai ascoltati dalle autorità, il ragazzo non stava materialmente lavorando ma aveva comunque indosso casco protettivo, giacca e guanti. Soprattutto, si trovava in un'area a rischio. Le forze dell'ordine puntano a chiarire anche questa versione dei fatti.

Nell'ambito dell'inchiesta sono stati sequestrati anche alcuni indumenti: una tuta da lavoro blu, un paio di guanti, occhiali e scarpe. Le forze dell'ordine hanno tenuto anche il telefono di Lorenzo alla ricerca di prove. Con gli operai aveva lavorato alla realizzazione di un impianto di laminazione dell'acciaio lungo 15 metri e largo 7. La stessa barra di acciaio ha colpito lo studente sulla testa, uccidendolo.

"Mio figlio era sereno. Non voglio accusare nessuno, ma voglio sapere come è potuto accadere. Non è giusto che un ragazzo di 18 anni esca per andare a scuola e non torni a casa. Era un ragazzo buono che amava divertirsi con gli amici e amava persino quello stage che lo ha ucciso. Faceva la vita di un diciottenne come tanti altri" spiega la madre della vittima che ora chiede giustizia. L'unico indagato nell'ambito dell'inchiesta per omicidio colposo al momento è Pietro Shneider, titolare dell'azienda.

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