1.017 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Lorenzo, assistente in Pediatria: “Io resto a casa, ma non vedo l’ora di tornare a lavorare”

A Fanpage.it, per la Posta dei Lettori, la lettera di Lorenzo, che lavora come assistente alle attività ricreative in Pediatria all’Ospedale di Loreto (Ancona), dove non vede l’ora di tornare a lavorare: “Spero tanto che tutto si risolva al più presto per tornare tra i miei amici in Ospedale, ho tanta voglia di stringere tutti”.
A cura di Redazione
1.017 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

A Fanpage.it, per la Posta dei Lettori, la lettera di Lorenzo, che lavora come assistente nella attività ludico ricreative in Pediatria all'Ospedale di Loreto (Ancona), dove non vede l'ora di tornare a lavorare:

"Mi chiamo Lorenzo, ho 41 anni, e vivo a Loreto con mia madre. Ci siamo trasferiti qui da due anni per ricongiungere la famiglia dopo che papà è venuto a mancare e mia sorella si è sposata e ha avuto figli. Non è stata una decisione facile… Lasciare Viterbo, lasciare la mia ragazza, i miei amici, con i quali condividevo tante attività che mi riempivano i pomeriggi. Io sono nato a Soresina, un piccolo centro in provincia di Cremona, ma ho vissuto a Viterbo per quasi 20 anni e qui è iniziata la mia esperienza di lavoro presso l’Ospedale della città e la mia avventura sportiva con Special Olympics. Certo, non pensavo che avrei vissuto tanti trasferimenti, che ogni volta mi hanno procurato timori e ansie. Ero spaventato anche all’idea di lasciare il lavoro presso l’Ospedale dove ormai tutti mi conoscevano e mi volevano bene: ero entrato nel 2000, in punta di piedi, per fare uno stage nel reparto di pediatria che è durato fino al 2011, anno in cui sono stato assunto a tempo indeterminato, in qualità di commesso, dopo aver partecipato e vinto un bando di concorso. Non ho mai cambiato reparto e sono potuto sempre stare in mezzo ai bambini.  Stavo bene con loro e con i colleghi che mi circondavano di attenzioni e affetto".

"Ero felice per il trasferimento, perché finalmente raggiungevo mia sorella, i miei nipotini, mio cognato e la sua bella famiglia, ma cosa e chi avrei trovato nel nuovo ambiente di lavoro? Fortunatamente il tanto cercato e sospirato trasferimento presso l’Ospedale di Loreto si è rivelato una buona cosa, anche qui sono stato accolto benissimo e mi sono presto fatto amico di impiegati, medici ed infermieri. In questi giorni terribili seguo la regola del “Io sto in casa”, è difficile e pesante, ma non c’è altro da fare. Spero tanto che tutto si risolva al più presto per riprendere tutte le attività bruscamente interrotte. Anche qui a Loreto mi allenavo in piscina per essere pronto per le prossime gare, occasione per ritrovarci tutti insieme; anche qui andavo in palestra per tenermi tonico; anche qui andavo a scuola di ballo per divertirmi. Naturalmente, tutto ciò mi manca tanto. Non vedo l’ora di ritornare tra i miei amici, di ritornare a fare gare anche se ormai sono “vecchietto”, ho tanta voglia di tornare a stringere tutti e gridare il nostro giuramento: “che Io possa vincere, ma se non riuscissi, che Io possa tentare con tutte le mie forze!".

1.017 CONDIVISIONI
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views