Livorno, il sacerdote di strada don Gregorio Baryn preso a bastonate da un gruppo di ragazzini
È stato il provvidenziale intervento di due passanti a salvare Don Gregorio Baryn da un violento pestaggio e a evitare che la situazione degenerasse. Così il parrocco è finito in ospedale con diverse contusioni, alcune delle quali anche alla testa. L'aggressione è avvenuta la scorsa domenica a Livorno, all'esterno della chiesa della Santissima Annunziata: stando al racconto di Don Gregorio, intorno alle 22 l'uomo è uscito trovando all'esterno un gruppo di ragazzini che non aveva mai visto prima.
Prima mi hanno dato un pugno in faccia e poi legnate con un bastone
"Ero uscito per incontrare alcuni ragazzi con cui di solito ci confrontiamo – ha raccontato il sacerdote – invece ho trovato altri, non li conoscevo". Dopo aver provato a scambiare con loro delle chiacchiere, Don Gregorio ha racconto che gli animi si sono fatti subito tesi e che il gruppo di ragazzi lo ha improvvisamente aggredito. "Prima mi hanno dato un pugno in faccia e poi legnate con un bastone sulla testa e sul copro – ha continuato nel suo racconto il parroco – cercavo di ripararmi dalle botte e non ho capito neppure con sicurezza quanti fossero. Visto il buio non sono riuscito a vederli bene in viso".
Questo non cambia il mio modo di fare con i ragazzi
A interrompere l'aggressione due passanti che hanno assistito però alla scena e sono intervenuti immediatamente. Poi l'intervento dei soccorritori e la corsa in ospedale dove è stato sottoposto agli esami del caso che per fortuna non hanno evidenziato alcun danno. Don Baryn è un "prete della strada", come lui stesso si definisce: cerca quotidianamente un dialogo con i giovani e per questo questa aggressione è per lui ancora più dolorosa anche perché non sa spiegarsi il motivo. "Provo a recuperare quei ragazzi emarginati, difficili o con qualche problema alle spalle. Vorrei sempre tirargli fuori l'umanità che hanno nascosta – spiega – forse hanno frainteso qualche mio discorso o una parola, non riesco a capire. Il fatto comunque non cambia il mio modo di fare con i ragazzi, mi fido e conto su di loro per il futuro".