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L’incubo di Sara: “Ho denunciato l’ex violento, ma vivo con la paura che possa vendicarsi”

“Il mio ex era violento con me e mia figlia, l’ho denunciato, ma adesso vivo nella paura che possa vendicarsi”. Sara (nome di fantasia), vittima di violenza, ha deciso di affidare a Fanpage.it, la sua storia. “Tutto comincia con l’affermazione del controllo sulla tua vita: si comincia con il cellulare, si finisce con le botte. Ci vuole del tempo prima di trovare la forza di denunciare”.
A cura di Angela Marino
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"I primi segni sono quelli di una persona che vuole avere il controllo della tua vita. Dalle piccole cose, il telefono, al come mai dovevi uscire alle due e sono le due e un quarto, che cosa hai fatto, alle offese personali, alla privazione". Sara (nome di fantasia) ha deciso di affidare la sua storia di violenza fisica e psicologica a Fanpage.it. "Le mazzate e i lividi dopo due giorni passano, ma quello che ti rimane addosso è la paura, l’incertezza, il dover stare sempre allerta giorno e notte perché qualcosa ti può succedere".

Calabrese, alle spalle un passato difficile e senza una famiglia, Sara, come tante altre donne vittime di violenza, pur avendo riconosciuto i segnali non si è riuscita a dire basta. Non subito. "Dici: vabbè ma gli passa, magari sono stata io a fare qualcosa. All’inizio passi pure per pazza perché continui a stare con quella persona nonostante tutto", spiega Sara. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, nel suo caso è stato quando la violenza da lei si è spostata a sua figlia. "Quando non è toccato a me, ma a mia figlia non ho capito più nulla. Per ripicca me l’ha strappata dalle braccia e mi ha minacciato di non farmela più vedere, da lì ho capito che non si poteva continuare così".

Sara si è rivolta a un centro antiviolenza e poi alla ‘Marianella Garcia’, un gruppo di avvocati che offrono a titolo gratuito sostegno. "In molte circostanze ci rendiamo conto che la dignità passa dalla libertà economica. Molte donne non riescono a fronteggiare la situazione di violenza perché sono schiacciate dal disagio economico. In questo ci vorrebbero dei correttivi economici per segnare un cambio di passo", spiega Lucia Lipari, Responsabile Avvocati ‘Marianella Garcia’. "La legge italiana prevede l’allontanamento delle vittime in strutture private. Lì nonostante il sostegno, sei tu quella privata della tua libertà senza aver commesso al reato e quando ti ritrovi a dover chiedere il permesso per uscire o per avere un rotolo di carta igienica, ti senti dentro un vortice", racconta ancora Sara. E nonostante il percorso di denuncia, Sara non si sente sicura."Sono stata fortunata a trovare un gruppo di persone che mi sostiene, ma può essere che tra qualche mese, per questo mio percorso intrapreso mi succederà qualcosa perché questa persona, deciderà di vendicarsi".

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