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L’ex bandito sardo Graziano Mesina in fuga dopo la condanna a 30 anni: “Non lo troviamo”

Graziano Mesina, l’ex primula rossa del banditismo sardo, si è reso irreperibile dopo che la corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dei suoi difensori confermando la condanna definitiva a 30 anni di carcere. Quando i carabinieri si sono presentati alla sua abitazione ad Orgosolo per condurlo in carcere, non l’hanno trovato.
A cura di Ida Artiaco
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È stata confermata la condanna a 30 anni di carcere per Graziano Mesina, l'ex primula rossa del banditismo sardo: la corte di Cassazione ha infatti rigettato il ricorso dei suoi difensori rendendo la sentenza definitiva. Tuttavia, l'uomo si è attualmente reso irreperibile: quando i carabinieri si sono presentati alla sua abitazione ad Orgosolo per condurlo in carcere, non l'hanno trovato. Mesina era stato scarcerato dall'istituto penitenziario di Badu e Carros per decorrenza dei termini dopo la condanna in appello per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Già ieri, dunque prima della sentenza, per la prima volta dopo un anno, non si era presentato alla caserma di Orgosolo per la firma. Quando, poi, i militari si sono presentati a casa sua dopo il verdetto della Cassazione, aveva già fatto perdere le sue tracce.

Mesina, 79 anni, dei quali almeno 50 trascorsi in cella, era stato condannato in appello per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Secondo la Dda di Cagliari sarebbe stato a capo di due gruppi criminali attivi in punti geografici della Sardegna per coprire l’approvvigionamento di vari tipi di droga, con base in queste due zone dell’isola. Con il rigetto del ricorso decade in via definitiva anche la grazia concessa a suo tempo dall'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, dopo aver ottenuto la quale Mesina era tornato a Orgosolo, il suo paese, e aveva iniziato a lavorare come guida turistica nel Supramonte. Ma era poi stato intercettato dai carabinieri che avevano ricostruito dai suoi discorsi con altri, apparentemente su questioni agricole e di allevamento, i codici di un traffico di stupefacenti.

I suoi legali, Maria Luisa Vernier, che era con Mesina a Cagliari, e Beatrice Goddi, sono rimasti spiazzati dalla fuga del loro assistito, ma per il momento preferiscono non commentare sul punto. L'avvocata Goddi ha commentato invece all'Ansa la sentenza della Cassazione: "Non ci aspettavamo il rigetto del ricorso perché c'erano dei punti relativi alla competenza territoriale su cui noi puntavamo. Il reato più grave era l'associazione a delinquere relativa a Orosolo e il giudice competente per il procedimento doveva essere quello di Nuoro, per questo pensavamo di spuntarla. Anche Mesina era ottimista – conclude la legale – e attendeva la sentenza serenamente".

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