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Covid 19

L’epidemiologa Salmaso spiega a Fanpage.it perché la variante Omicron non è solo un raffreddore

L’epidemiologa Stefania Salmaso a Fanpage.it sulla situazione Covid-19 in Italia: “Valanga di casi, che potrebbero raddoppiare in una settimana. Difficile dire se l’aumento dei contagi non porterà a crescita delle ospedalizzazioni. Sì all’obbligo vaccinale, no alla chiusure delle scuole, che non sono mai state un elemento di rischio”.
A cura di Ida Artiaco
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"I dati che abbiamo sulla variante Omicron ci dicono ancora poco sulla sua gravità. Sbagliato semplificare dicendo che provoca solo un raffreddore. In Italia abbiamo valanga di casi, che nella prossima settimana potrebbero raddoppiare considerato il tempo di replicazione del virus. Credo che sia utile introdurre l'obbligo vaccinale ma non la chiusura delle scuole". Stefania Salmaso membro dell’Associazione Italiana di Epidemiologia che ha diretto a lungo il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della Salute dell'Istituto superiore di sanità (Iss), ha fatto il punto della situazione Covid-19 in Italia a Fanpage.it, spiegando perché l'avvento di Omicron potrebbe essere motivo di speranza per la fine della pandemia ma è ancora troppo presto per dirlo.

Dott.ssa Salmaso, cosa sappiamo di Omicron arrivati a questo punto?

"Intanto, in Italia è sicuramente entrata abbastanza a gamba tesa, però non sappiamo l'estensione effettiva rispetto ai casi osservati quanti siano Omicron e quanti siano Delta, che ha sostenuto l'ondata precedente della pandemia. Sotto le festività natalizie c'è stato anche un aumento del ricorso ai tamponi, spesso collegati a situazioni occasionali o di verifica, abbiamo raggiunto cifre davvero elevate, oltre un milione in un giorno, e questo potrebbe anche aver portato a far emergere molti più casi di infezione rispetto a quelli visti in precedenza. I numeri che abbiamo fatto registrare la scorsa settimana comunque sono in effetti molto alti, con indice di replicazione più di 2. Ciò vuol dire che il numero di casi medi registrato in 7 giorni è effettivamente aumentato di due volte e mezzo".

È vero però che all'aumento dei casi non corrisponde una crescita del numero delle ospedalizzazioni…

"C'è stata crescita esplosiva dei contagi. Le ospedalizzazioni e i ricoveri in terapia intensiva sono lo stesso aumentati ma con intensità minore rispetto alle precedenti ondate. Il problema è che quando l'infezione tocca soggetti suscettibili si possono avere quadri clinici più severi che richiedono ricoveri in area medica o critica. Ma questo non succede immediatamente, quindi se l'esplosione dei casi è stata registrata da pochi giorni, ancora l'effetto sulle ospedalizzazioni non lo vediamo.

Noi ci stiamo basando su studi che sono stati fatti all'estero. In primis in Sudafrica, dove si è visto che sono stati colpiti prevalentemente soggetti più giovani, che avevano meno fattori di rischio rispetto alle ondate precedenti. Se la minore frequenza di quadri severi sia legata alle caratteristiche del virus o al fatto che colpisce gente più sana questo è difficile stabilirlo. Non si può dire che questo virus provochi solo un raffreddore, mi sembra una semplificazione eccessiva e non abbiamo i dati per poterlo dire. Tanto è vero che in Italia l'aumento dei ricoveri ha fatto sì che alcune regioni già cambiassero colore. Non direi quindi che non c'è proprio da preoccuparsi. Altri studi fatti invece in Gran Bretagna hanno dimostrato che i ricoveri con variante Omicron sono abbattuti di circa i due terzi così come quelli in TI di un terzo. C'è dunque speranza che questa valanga di casi che abbiamo registrato poi non abbia ripercussione forte sui quadri severi e sui decessi, ma nessuno può dirlo ancora con certezza".

Israele ha persino affermato che con Omicron potrà raggiungere l'immunità di gregge. È d'accordo? 

"Sia la questione dell'immunità di gregge che la decisione di Israele di introdurre la quarta dose di vaccino non sono sostenute da evidenze. Il razionale di queste affermazioni non l'ho visto".

Molti esperti hanno affermato che il picco della nuova ondata potrebbe arrivare a fine gennaio. Secondo lei è una previsione giusta?

"Difficile parlare di picco. Se si guarda ai dati della Gran Bretagna, dove Omicron è entrata prima, non c'è stata un'ondata epidemica acuta e limitata nel tempo, come invece è stata registrata in Sudafrica, dove la curva è salita e scesa. L'aumento dei casi in Uk è stato rapido e si è mantenuto alto a lungo. Per noi superare la barriera dei 100mila casi al giorno è stato significativo. Mi sembra difficile fare previsioni ma è certo che se il ritmo di crescita, come ci dice l'indice di replicazione, è a 2,6 attualmente, potremo arrivare rapidissimamente in una settimana ad un raddoppio ed anche di più. Il punto cruciale è sempre quello sui casi severi. Se questi si mantengono bassi possiamo sperare di avere un po' di respiro ma è presto per dirlo".

Cosa ne pensa del dibattito tra Regioni e Governo sulla chiusura delle scuole?

"L'idea di non riaprire le scuole mi sembra poco efficace perché non abbiamo mai dimostrato che chiudendole si è fermato qualcosa. È vero che questa quarta ondata soprattutto a novembre e dicembre era partita tra i bambini dai 0 ai 9 anni, ma con la vaccinazione avremo soggetti più immuni e meno suscettibili. Chiudere le scuole è una ipotesi che ha molti svantaggi e quasi nessun vantaggio comprovato. La scuola di per sé non è mai stata un elemento di aumento di rischio. Bisogna vaccinare e tracciare i focolai epidemici con una sorveglianza attenta. Per altro, nelle ultime settimane l'incidenza maggiore si sta registrando non più nei minori sotto i 10 anni ma tra i giovani tra 20 e 29 anni, legati a comportamenti e socializzazione".

Alla luce di questi dati, quali ulteriori misure il Governo potrebbe introdurre per far tornare sotto controllo la situazione?

"L'obbligo vaccinale potrebbe essere introdotto. Ma il problema non è tanto questo, che è una scelta politica: non basta dire che c'è l'obbligo ma bisogna anche stabilire sanzioni e verifiche di chi non rispetta questa norma di legge. L'obbligo sarebbe utile, anzi si potrebbe parlare più che altro di vaccinazione estesa. Ricordiamoci che un'intera regione cambia colore per via delle ospedalizzazioni. Per lo più i ricoverati sono non vaccinati per cui qualsiasi cosa possa servire a fare in modo che si ampli la platea di chi si protegge serve a mettere in sicurezza tutti".

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