Lecce, morte di Virginia Quaranta: indagini su 50enne con cui aveva relazione

Nega ogni coinvolgimento nella vicenda il 50enne R.P.M, iscritto nel registro degli indagati per la morte di Virginia Quaranta, la psicologa salentina di 32 anni trovata cadavere nella sua abitazione di Lecce il 18 giugno scorso. "Io con questa tragedia non ho nulla a che fare" ha fatto sapere l'uomo attraverso il suo legale, l'avvocato Francesca Conte, dopo essere stato tirato in ballo improvvisamente nell'inchiesta della Procura di Lecce che ha aperto un fascicolo per omicidio volontario. I misteri attorno alla morte di Virginia Quaranta in effetti sono ancora tanti e quella che in un primo momento sembrava una morte naturale si sta trasformando in un giallo dai contorni ancora non ben definiti che ha sconvolto anche i genitori della 32enne.
Il ritrovamento del corpo di Virginia Quaranta
A ritrovare il corpo senza vita sono stati alcuni suoi colleghi che la attendevano ad una manifestazione e non vedendola arrivare hanno tentato prima di rintracciarla e poi sono andati a cercarla in casa. I primi esami del medico legale e la successiva autopsia disposta dai magistrati hanno stabilito che sul cadavere non vi erano segni evidenti di violenza e dunque si è ipotizzata la morte per cause naturali. Per gli inquirenti però alcune circostanze non quadrano. In particolare le condizioni della stanza della 32enne che, al contrario del resto della casa, era in uno stato di disordine sospetto tra documenti e medicinali gettati alla rinfusa sui mobili e a terra. La presenza di medicinali non è sospetta perché da anni Virginia Quaranta conviveva con una malattia grave e cronica ma di per sé non letale.
Gli esami su cellulari e pc
Maggiori chiarimenti potranno arrivare dall'esito degli esami tossicologici che dovranno stabilire se la donna abbia ingerito una dose eccessiva di medicinali o sostanze che potrebbero averla uccisa anche se per gli inquirenti in casa non è stato trovato nulla che possa averla fatta morire. In attesa dei risultati il pm del capoluogo salentino Francesca Miglietta, che si sta occupando delle indagini, ha deciso quindi di fare degli approfondimenti. In particolare sono stati sequestrati tutti i dispositivi elettronici della vittima che hanno portato alla luce una assidua e inaspettata frequentazione della donna con un 50enne del basso Salento.
Nei computer e cellulari della 32enne infatti sarebbero emersi contatti frequenti con l'uomo sia in passato sia nelle ore precedenti la morte. Per questo la Procura ha deciso di aprire un fascicolo per omicidio volontario e iscrivere l'uomo nel registro degli indagati. Formalmente la mossa è un atto dovuto per fare degli esami irripetibili su cellulari e computer dell'uomo per cercare di stabilire i suoi contatti con la 32enne. Secondo indiscrezioni, i messaggi trovati sul telefonino della ragazza raccontano di un periodo particolarmente tribolato tra i due. Del resto il 50enne, un professionista stimato, sposato e padre, non è libero come lo era la 32enne. Al vaglio degli inquirenti però c'è anche l'ipotesi che il 50enne abbia potuto incontrare la donna la sera prima del ritrovamento. "Sono assolutamente estraneo ai fatti", continua però a ribadire l'uomo, mentre il suo avvocato assicura: "È solo un atto dovuto, non abbiamo nulla da nascondere, come tra l'altro benissimo sa la Procura".