89 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
News sulla morte di Pamela Mastropietro

Le umiliazioni alla madre di Pamela Mastropietro: “Foto di siringhe per infamarci”

Marco Valerio Verni – avvocato della famiglia Mastropietro e fratello della madre di Pamela – racconta: “Mia sorella ha ricevuto foto offensive da sconosciuti con siringhe e altre cose del genere, ed è una madre distrutta dal dolore”.
A cura di D. F.
89 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Come se non bastasse l'orrore di un omicidio, come se non fossero sufficienti le orribili modalità con cui il delitto è stato perpetrato, ad Alessandra – madre di Pamela Mastropietro – in questi giorni tocca sopportare anche l'affronto del tentativo di infangare la memoria della figlia. Se da una parte ci sono fascisti e razzisti, che usano il terribile fatto di cronaca per fare campagna elettorale e racimolare voti, dall'altra ci sono anonimi che in questi giorni si stanno accanendo sulla figura di Pamela con l'evidente obiettivo di infangarne la memoria: "Mia sorella – racconta al Quotidiano Nazionale l'avvocato Marco Valerio Verni  – ha ricevuto foto offensive da sconosciuti con siringhe e altre cose del genere, ed è una madre distrutta dal dolore. Siamo devastati dal dolore – ha aggiunto il legale – ma vogliamo la verità fino in fondo, perché riteniamo che la nostra sia la battaglia di tutto il mondo civile contro le barbarie, e non ne faccio una questione di colore e razza".

L'avvocato Verni ha quindi spiegato: "Possiamo escludere con certezza che sia stata Pamela a procurarsi un'overdose, se overdose c'è stata. Pamela odiava gli aghi e quei buchi sul polso che sembra le abbiano trovato non ci convincono. Di sicuro non è stata lei a farsi l'iniezione, ma le è stata fatta da qualcun altro: per stordirla, iniettarle un anestetico, perché si voleva abusare di lei? Mia nipote è stata fatta passare come una drogata all'ultimo stadio, ma non era così".

Nel frattempo nei giorni scorsi è salito a tre il numero degli indagati per omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere, oltre a concorso in spaccio di droga. Insieme a Innocent Oseghale, sul quale per primo si sono concentrati i sospetti degli inquirenti, sono finiti nel carcere di Montacuto ad Ancona altri due nigeriani: Desmond Lucky, 22 anni, e Awelima Lucky, 27 anni.

89 CONDIVISIONI
118 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views