Lavoro dopo l’università, l’Italia ultima per occupazione in Europa: un laureato su 3 non trova un impiego
Nonostante le grandi competenze maturate in anni di studi (tra diploma, laurea e specializzazione), l'Italia è l'ultima nella classifica europea per ingresso nel mondo del lavoro dei suoi neo-laureati.L'Eurostat fotografa un sistema Paese in affanno, dove le competenze sviluppate nel duro percorso di studi affrontato dagli studenti italiani di tutte le facoltà, non si traducono poi in occupazione. O almeno, questo non avviene sul suolo nostrano.
I dati parlano chiaro: nel 2023, l'Italia si colloca all'ultimo posto in Ue per tasso di assorbimento di giovani neolaureati sul lavoro. I nuovi professionisti freschi di studi, secondo la classificazione dell'istituto di statistica europeo, sono di età compresa tra i 20 e i 34 anni e hanno completato i loro percorsi accademici negli ultimi 1-3 anni.
Dopo aver finito l'università, però, i giovani fanno fatica a trovare una collocazione nel lavoro, tanto più se si pensa di poter trovare un impiego subito dopo la conclusione degli studi. In molti restano infatti a lungo senza lavoro o comunque senza percepire stipendio.
Una realtà che vale per un under 35 su tre. In media, l'83,35% dei neo-laureati nell'Ue trova un impiego e un salario immediatamente dopo il completamento del percorso accademico. Mentre Malta (95,8%), Paesi Bassi (93,2%) e Germania (91,5%) brillano per la grande capacità di attrarre i nuovi giovani qualificati nel mondo del lavoro, dall'altra parte della graduatoria i tassi di occupazione più bassi sono stati registrati in Italia (67,5%), Romania (74,8%) e Grecia (72,3%)
A pagare le disfunzionalità del mercato del lavoro in Italia sono soprattutto le donne. Le ragazze infatti, al termine del ciclo di studi terziari, trovano meno facilmente un lavoro: il 70,6% dei maschi con diploma o laurea riesce ad entrare nel mercato lavorativo, mentre riesce a trovare un impiego solo il 64,3% delle ragazze, anche se le donne rappresentano la maggior parte degli iscritti alle Università italiane.