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Omicidio Nicoleta Rotaru

L’audio della morte di Nicoleta risuona in aula, Zorzi: “Lo ricordo, volevo fare sesso con lei”

Durante l’udienza per l’omicidio di Nicoleta Rotaru, l’ex marito Erik Zorzi ha riconosciuto un suono registrato nell’audio della morte della donna avvenuta il 2 agosto 2023 nella doccia della casa di Abano Terme: “Aveva la bocca sul mio braccio mentre la abbracciavo”. Il file, già agli atti, è stato nuovamente ascoltato in aula.
A cura di Biagio Chiariello
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Nicoleta Rotaru ed Erik Zorzi
Nicoleta Rotaru ed Erik Zorzi
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"Credo di riconoscere quel suono: lei aveva la bocca sul mio avambraccio mentre la abbracciavo da dietro cercando un rapporto sessuale". Un'affermazione inaspettata, pronunciata quasi a fine udienza, ha gelato l’aula del tribunale di Padova, dove si tiene il processo per l'omicidio di Nicoleta Rotaru, trovata morta il 2 agosto 2023 nella doccia della casa di Abano Terme, con una cintura stretta attorno al collo. A parlare è stato Erik Zorzi, camionista di 42 anni accusato di aver ucciso l’ex moglie. Inizialmente il decesso era stato classificato come suicidio, ma sette mesi dopo Zorzi è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato dal legame familiare.

Durante l’udienza, Zorzi ha ricostruito le ultime ore di vita della donna. E lo ha fatto con dichiarazioni confuse, contraddittorie, ma soprattutto segnate da un momento che ha spiazzato tutti. Dopo aver ascoltato in aula il lungo audio che registra gli ultimi dieci minuti di vita di Nicoleta – tra rantoli e urla sempre più flebili – l’uomo ha detto:

Credo di ricordare quel suono. Lei aveva la bocca sul mio avambraccio, come se mi mordesse, mentre la abbracciavo da dietro cercando un contatto sessuale”.

Quella frase, non sollecitata da alcuna domanda, è arrivata al termine di un interrogatorio che la giudice Domenica Gambardella ha deciso di anticipare, nonostante le obiezioni del difensore Cesare Vanzetti. Zorzi, che ha scelto di rispondere alle domande, è stato interrogato dall’avvocata di parte civile Paola Menaldo, che assiste le figlie minorenni della coppia insieme al collega Michele Camolese. L'uomo si è sempre dichiarato innocente.

Nicoleta Rotaru
Nicoleta Rotaru

Nel suo racconto, l’imputato ha fatto riferimento alla gelosia nei confronti di Mirko, il nuovo compagno di Nicoleta. Ha ammesso di aver nascosto un registratore sotto il tappetino dell’auto della donna per spiarla. Quando ha riascoltato l’audio, ha detto di essersi sentito “amareggiato ma anche esaltato” per aver avuto conferma della relazione. E ha aggiunto: “Lei voleva buttarmi fuori di casa, beveva ogni giorno e passava ore al telefono”.

Erik Zorzi
Erik Zorzi

In aula è stato fatto ascoltare anche un altro audio, questa volta registrato da Nicoleta con il cellulare. Lì si sentono insulti pesanti da parte di Zorzi, seguiti da urla della donna: “Vai via, maiale!”. Alla domanda su quanto ricordasse di quel momento, l’uomo ha detto di aver preso un ansiolitico, sostenendo di non avere memoria chiara dei fatti, pur riconoscendo la sua voce. Poi ha tentato di giustificarsi: “Cercavo solo un ultimo rapporto, perché pensavo che sarebbe stato davvero l’ultimo”. Ha poi aggiunto, incerto: “Forse l’ho toccata anche in modo intimo, forse sul sedere”.

La registrazione prosegue fino a quando Nicoleta smette di emettere suoni. Ed è allora che Zorzi, senza essere sollecitato, aggiunge spontaneamente quel riferimento alla bocca della donna sull’avambraccio. Una frase che ha lasciato l’aula in silenzio.

L’interrogatorio proseguirà il 22 maggio.

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