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La vera storia di Francesco Baracca e le ipotesi sulla morte dell’asso dell’Aeronautica

La storia di Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana: le battaglie vinte, le onoreficenze e le ipotesi sulla morte del “Cavallino rampante”.
A cura di Antonio Palma
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Francesco Baracca è stato pioniere del volo e asso dell’aeronautica militare italiana durante la prima guerra mondiale e sicuramente l’aviatore più famoso del nostro Paese in quei tempi in cui pilotare un aereo era cosa da pochissimi eroi coraggiosi. I suoi trentaquattro abbattimenti riconosciuti di aerei nemici, prima a bordo del biplano monomotore Nieuport 11 chiamato anche il "Bebè” e poi col Nieuport 17 e lo SPAD, gli valsero la medaglia d’oro al valore militare e soprattutto tanta fama. Una fama sfruttata dalla propaganda e che rese famoso anche il suo cavallino rampante fatto disegnare sul suo caccia e che poi è diventato il logo della Ferrari ma anche del nono Stormo dell'Aeronautica Militare Italiana.

Proprio durante uno dei duelli durante il sanguinoso conflitto mondiale, il maggiore Francesco Baracca venne abbattuto col suo aereo pochi mesi prima della fine della guerra, il 19 giugno del 1918, sul Montello, mentre infuriava la Battaglia del Solstizio tra italiani e austroungarici. Quel giorno, dopo aver avuto un colloquio con il tenente colonnello Pier Ruggero Piccio, partì per una seconda missione nel tardo pomeriggio con l’aereo di riserva, uno SPAD S.VII. Il velivolo venne mitragliato ma su come sia morto Francesco Baracca non è stata accerta la piena verità. L’abbattimento da terra resterà la versione ufficiale italiana, anche per propaganda, mentre quella austroungarica parla di abbattimento da parte di un velivolo con a bordo il pilota Max Kauer e l’osservatore Arnold Barwig. Qualcuno addirittura ha ipotizzato un suicidio dopo il ferimento e l’abbattimento.

Chi era Francesco Baracca, aviatore italiano durante la prima guerra mondiale

Nato a Lugo di Romagna il 9 maggio 1888 da Enrico, proprietario terriero e commerciante di vini, e da Paolina dei conti Biancoli, dopo collegio e Liceo classico, fu destinato da giovassimo alla carriera militare entrando del 1907 alla Scuola Militare di Modena. Una carriera che coniugò con la passione per i cavalli diventando sottotenente di Cavalleria. Assegnato per la prima volta a un reparto alla fine dell’estate del 1910, la cavalleria gli era rimasta sempre nel cuore e così quando passò alla nascente aviazione adottò come simbolo personale il cavallino rampante, in onore del suo reggimento, il “Piemonte Reale Cavalleria”.

I combattimenti e le vittorie a bordo del biplano Bebè  

A Francesco Baracca vengono attribuiti trentaquattro abbattimenti di aerei nemici, prima a bordo del biplano monomotore Nieuport 11 chiamato anche il "Bebè” e poi col Nieuport 17 e lo SPAD, Il 7 aprile del 1916 Baracca divenne il primo pilota italiano ad abbattere un Brandenburg austroungarico nei pressi di Medeuzza. La quanta vittoria nei duelli aerei il 25 novembre 1916, gli fece guadagnare il rango di “asso”. Il nome di Baracca raggiunse la consacrazione l’8 dicembre 1917, dopo il trentesimo abbattimento, quando fu citato nel bollettino del Comando Supremo. Successi che gli valsero la Medaglia d’Oro al Valor Militare, consegnata il 24 marzo 1918.

Chi ha abbattuto l'aereo di Baracca: le teorie sulla morte dell'aviatore

“Il Maggiore Baracca partito alle 18,15 in volo di crociera e mitragliamento non fa ritorno al campo, si ritiene colpito da mitragliatrice a terra e precipitato in fiamme sul versante del Montello oltre le nostre linee” questa è la versione ufficiale dell’Italia sulla morte di Baracca ma in realtà quella con maggiori prove è quella austriaca che parla di un abbattimento da parte di un ricognitore Phönix C.I 121.17. Questa tesi si basa sul rapporto della missione dei piloti austriaci che subito riportarono la notizia al rientro mostrando anche una foto del luogo dello schianto presa dal biposto nei minuti successivi alla morte di Baracca.  Un’altra tesi sostiene che Baracca, piuttosto che bruciare con il velivolo o essere fatto prigioniero, avrebbe preferito suicidarsi dopo essere stato ferito. Il fatto è che Solamente il 24 giugno, dopo la ritirata austriaca, fu possibile raggiungere la località dove era precipitato lo SPAD, e recuperare il corpo di Baracca sul quale non venne mai eseguito alcun esame.

La storia del cavallino rampante donato a Enzo Ferrari

L'insegna personale di Baracca, il famoso cavallino rampante che l'asso faceva dipingere sulla fiancata sinistra del proprio velivolo, era stato scelto per ricordare la sua appartenenza alla Cavalleria e fu donato a Enzo Ferrari dai genitori di Baracca. A raccontarlo fu lo stesso Ferrari nelle sue memorie. Vincitore nel 1923 del primo circuito automobilistico del Savio, Ferrari ha spiegato di aver conosciuto Enrico Baracca e la contessa che gli consegnò una foto raffigurante il figlio accanto all’aereo col cavallino rampante dicendogli: “Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo, le porterà fortuna”. Solo nel 1929 però quando costituì la Scuderia Ferrari per la gestione sportiva delle auto Alfa Romeo il simbolo comparve su sfondo giallo.

Le medaglie ricevute e le onorificenze dopo la morte

Decorato con medaglia di bronzo e due volte con la medaglia d’argento al valor militare, a Baracca poi fu conferita anche la Medaglia d’Oro al Valor Militare. L’asso del volo godette già in vita di una popolarità enorme che è proseguita anche dopo che fu esaltato a mito dall’esercito e poi anche dalla propaganda del regime fascista. Fin dalle prime settimane successive alla morte di Baracca, infatti, vennero istituiti comitati per la costruzione di statue e monumenti, poi realizzati nei decenni successivi.

Dove si trova la tomba di Francesco Baracca

Per volontà della famiglia e dopo solenni funerali di cui si ricorda l’elogio funebre scritto da Gabriele D'Annunzio, Francesco Baracca venne seppellito nel Cimitero Comunale di Lugo. Inizialmente nella cappella sepolcrale dei Baracca, poi nel 1923 nella nuova Cappella Baracca realizzata appositamente

La storia con Norina Cristofoli

Morto giovane, Francesco Baracca non aveva moglie né figli. Solo nel 1995 diviene di pubblico dominio la storia d'amore con Norina Cristofoli. I due si erano conosciuti a Udine il 20 settembre 1917, pochi giorni prima della disfatta di Caporetto. La giovanissima Norina si rifugiò a Milano, dove ricevette numerose lettere da Francesco Baracca, l'ultima delle quali datata 4 giugno 1918, pochi giorni prima del 19 giugno 1918, giorno della morte dell'aviatore​.

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