La storia della “pasta del Conclave”, la leggenda e la ricetta del piatto offerto ai cardinali

Durante i giorni del Conclave anche la pasta cucinata per i 133 cardinali elettori presenti a Roma (non 135 perché due di loro per problemi di salute non hanno potuto raggiungere Roma) ha la sua tradizione. A partire dal nome, che punta alla semplicità: "Pasta del Conclave".
Una cosa è certa: per l'alimentazione dei cardinali non si cucina una carbonara, né una piazza ricca di ingredienti o una lasagna alla Bolognese. No, la tradizione del Vaticano si affida alla semplicità. Perché la "Pasta del Conclave" è una pasta (può essere sia lunga che corta) condita solo con una noce di burro e una cascata del parmigiano. L'unica trasgressione è, solo per chi vuole, una spolverata di pepe o pecorino al posto di parmigiano. Nulla di segreto dunque in apparenza, ma la vera ricetta non sarebbe scritta da nessuna parte.
Quello che sappiamo è che si tratta di una ricetta povera, che ha avuto la meglio su piatti ben più golosi. Secondo testimonianze storiche, questa pietanza non sarebbe nemmeno una ricetta quanto piuttosto un piatto che richiama la sobrietà e le tradizioni del Conclave. Insomma una dieta sana e bilanciata, esattamente come l'alimentazione seguita da Papa Francesco. Ovvero pochi dolci e zero alcol. Ma chi avrebbe voluto questa tradizione?
Il piatto imposto dal Vaticano sarebbe entrato nella tradizione alla fine del XIII secolo su decisione di Papa Gregorio X. Si tratta del Pontefice che è stato scelto dopo un Conclave lungo quasi tre anni: dopo la sua elezione impose regole per fare in modo che nei futuri Conclavi i tempi non fossero così lunghi. A partire dall'alimentazione. Per incentivare i cardinali a fare veloce impose che in futuro durante il Conclave si imponesse un solo pasto al posto di tre: questo se lo scrutinio fosse durato più di otto giorni. Scegliendo come unico piatto questa pasta, seppur semplice ma sostanziosa. Un piatto che è entrato nella tradizioni e che sfama i cardinali elettori anche di oggi.