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La storia della bimba abbandonata dopo maternità surrogata: “È allegra, la tata ucraina disperata”

Il racconto della pediatra che ha riportato in Italia la bimba nata da maternità surrogata e poi abbandonata: “Durante il viaggio ha dormito in braccio a me”.
A cura di Susanna Picone
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"La piccola ha dormito per due ore e mezza, tutta la durata del viaggio, in braccio a me. Aveva un buon profumo. Per come si era presentata la missione avevano paura di trovare una piccola mal tenuta, non ben nutrita deprivata affettivamente, ma non è stato così: la bambina, che ha 15 mesi, è allegra e interagisce positivamente con gli adulti”: a raccontare all’Ansa quanto accaduto alla bambina abbandonata in Ucraina e riportata in Italia è la pediatra Carolina Casini. Con la Croce Rossa la pediatra ha riportato in Italia la piccola che era nata in Ucraina da maternità surrogata ma poi era stata lasciata lì dai suoi genitori, una coppia italiana. A prendersi cura di lei prima dell’intervento dell’Italia è stata una tata ucraina, una donna di mezza età “disperata” nel racconto della pediatra. “Piangeva e così il suo figlio naturale di 17 anni. Ci ha consegnato le foto della bimba e ha chiesto di darle ai futuri genitori, così quando crescerà le potrà vedere”.

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Ora la bambina verrà affidata a una nuova famiglia italiana. È stato il Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia (Scip) a gestire il caso della piccola abbandonata in Ucrina, con il rientro della bambina a Milano Malpensa da Kiev.

La bimba abbandonata dalla coppia che l'aveva riconosciuta

I genitori italiani erano andati in Ucraina nell'agosto del 2020 per coronare il loro desiderio di avere un figlio attraverso una madre surrogata. La piccola è nata, loro l’hanno riconosciuta, ma poi sono tornati in Italia affidando la neonata a una baby-sitter del posto. Quando la bimba ha compiuto un anno, non avendo più notizie dai genitori e non avendo più ricevuto il compenso pattuito anche per il sostentamento della piccola, la baby-sitter ha deciso di rivolgersi al consolato italiano per denunciare l’accaduto. La baby sitter, a parte i motivi economici, era preoccupata per le ripercussioni legali: non sapeva più come giustificare la presenza di quella bambina nella sua vita. A quel punto la vicenda è rimbalzata alla Procura della Repubblica e alla Procura della Repubblica dei Minori, che hanno accertato l'intenzione dei genitori di non voler riprendere la figlia. Così è stato incaricato lo Scip per il rimpatrio della piccola. La polizia ha chiesto la collaborazione della Croce Rossa Italiana che ha inserito nel team operativo una pediatra e una crocerossina.

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La procura Novara ha aperto un fascicolo

Un fascicolo senza ipotesi di reato né indagati è stato aperto in procura di Novara. Dopo essere stati investiti del caso, gli inquirenti avevano fatto ascoltare la coppia, che aveva confermato l'intenzione di non volere prendere in consegna la piccola. Al momento la bambina è stata affidata ad una famiglia che se ne occuperà fino a quando non verrà data in adozione.

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