La morte della giovane madre a Ascoli: l’autopsia rivela segni sul collo, indagato il compagno

Si è svolta ieri, presso il reparto di medicina legale dell’ospedale Mazzoni di Ascoli, l’autopsia sul corpo della giovane madre di 37 anni trovata senza vita lo scorso mercoledì nella sua abitazione del centro storico. Un dramma che ha scosso la città e che, al momento, resta avvolto da interrogativi. L’obiettivo degli accertamenti è chiarire se si sia trattato di un gesto volontario o se vi siano elementi che possano far ipotizzare un intervento esterno.
Il primo a lanciare l’allarme, nella mattinata del 17 settembre, era stato il convivente quarantenne della donna, anch’egli straniero. L’uomo aveva richiesto l’intervento dei soccorsi dopo averla trovata impiccata nel piccolo appartamento che dividevano. I sanitari del 118, giunti sul posto, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Contestualmente erano intervenuti i carabinieri del comando provinciale di Ascoli insieme agli specialisti della sezione scientifica, che hanno effettuato rilievi per l’intera giornata all’interno dell’abitazione.
Le circostanze della morte e la giovane età della vittima hanno indotto la Procura ad approfondire con la massima cautela. Il procuratore capo Umberto Monti e il sostituto Cinzia Piccioni hanno disposto l’autopsia, affidata ai medici legali Francesco Brandimarti e Sabina Canestrari. Una scelta definita “atto dovuto”, volta a fugare ogni dubbio e a restituire piena chiarezza a una vicenda che ha destato sconcerto e dolore.
Secondo quanto trapela, la prima parte dell’esame autoptico si è concentrata sui segni presenti intorno al collo della donna. La differenza tra quelli provocati da un’impiccagione volontaria e quelli compatibili con un eventuale omicidio è sottile ma determinante. Le successive analisi di laboratorio, che richiederanno tempo, saranno essenziali per stabilire la verità. L’ipotesi principale resta quella del suicidio, ma gli inquirenti non escludono alcuna pista.
Nel frattempo la Procura ha aperto un fascicolo, iscrivendo al registro degli indagati lo stesso convivente che aveva dato l’allarme. Si tratta di una formalità che consente all’uomo di nominare un avvocato e un proprio consulente tecnico per assistere alle operazioni peritali. Un passaggio necessario per garantire trasparenza e rispetto delle procedure, tanto nei confronti della vittima quanto della persona che le era accanto.
La tragedia ha lasciato sgomenta l’intera comunità ascolana. La giovane donna, di origini dell’Est Europa, era madre di una bambina e la sua improvvisa scomparsa ha sollevato un’ondata di dolore tra familiari, amici e vicini di casa. La notizia si è diffusa rapidamente nel centro storico, dove la famiglia viveva, generando sgomento e interrogativi che oggi attendono risposte definitive.
Nell’attesa delle risultanze ufficiali, la magistratura continua a muoversi con prudenza. L’esito dell’autopsia, integrato dagli esami tossicologici e istologici, potrà offrire un quadro più chiaro sulle cause della morte e chiarire se i segni riscontrati siano compatibili con un gesto disperato o se nascondano altro. Terminate le esigenze investigative, la salma sarà restituita ai familiari per le esequie.