La morte del piccolo Samuele e la nuova vita di Annamaria Franzoni: dopo 23 anni si parla ancora di Cogne

Sono passati 23 anni dal delitto di Cogne, uno dei casi di cronaca nera che più ha tenuto col fiato sospeso l'Italia intera e a cui è dedicata la puntata di stasera della trasmissione "Il Caso" in onda dalle 21.20 su Rai 3 con Stefani Nazzi. Il giornalista ricostruirà la vicenda dell'omicidio del piccolo Samuele Lorenzi, per il quale è stata condannata la mamma, Annamaria Franzoni, tornata in libertà nel 2018 dopo aver scontato la pena a 16 anni di reclusione, ridotti a 13 per indulto e poi a 10 per buona condotta. Oggi vive una vita lontano dai riflettori con il marito e i due figli, insieme ai quali gestisce un agriturismo nel suo paese d'origine.
Il delitto di Cogne e la morte del piccolo Samuele Lorenzi
Era il 30 gennaio 2002 quando si verificò la morte del piccolo Samuele Lorenzi nella sua casa di Montroz, frazione di Cogne, quando aveva solo 3 anni. Quella mattina la mamma Annamaria Franzoni chiamò i soccorsi dicendo di aver trovato il figlio che "vomitava sangue" nel proprio letto. Il piccolo era rimasto solo in casa per qualche minuto, il tempo che la donna accompagnasse il figlio più grande, che all'epoca aveva 6 anni, alla fermata dello scuolabus a trecento metri da casa. Ma quando rientrò trovò Samuele sul letto con la coperta tirata fino alla testa. Quando lo scoprì vide che aveva una grossa ferita al capo e che era ricoperto di sangue. Sangue che trovò anche su cuscino, lenzuola, pareti e pavimento. Pensò che gli fosse "scoppiato il cervello" e avvisò la sua pediatra, Ada Satragni. Il marito non era presente in casa, era andato a lavorare per la sua ditta di impianti elettrici.
Il processo e la condanna
L'autopsia rivelò che Samuele fu ucciso con 17 colpi alla testa. Addirittura gli schizzi di sangue raggiunsero in alcuni punti fino a due metri di altezza per la violenza con la quale fu colpito. Il piccolo aveva letteralmente il cranio fracassato. I sospetti degli inquirenti si concentrarono sin da subito sulla mamma del bambino, Annamaria Franzoni. La donna nel 2004 venne condannata a 30 anni di carcere in primo grado per omicidio volontario aggravato. La sentenza si basava sulle incongruenze nei suoi racconti e sulle prove scientifiche, come le tracce di sangue sul suo pigiama, che la donna aveva tolto per accompagnare il figlio più grande allo scuolabus e ritrovato dagli investigatori sporco, e sugli zoccoli che pure aveva indossato quella mattina. Nel 2007, la pena è stata ridotta a 16 anni in appello, accogliendo il rito abbreviato. Infine, nel 2008, la Cassazione ha confermato la condanna. Dopo aver scontato sei anni in carcere, nel 2014 Franzoni ha ottenuto la detenzione domiciliare e dal 2018 è una donna libera.
"Sono e resto convinta che Anna Maria Franzoni sia colpevole. Non perché è stata condannata in tutti i gradi di giudizio, ma perché c'erano le prove", ha detto in una intervista del 2022 Maria Del Savio Bonaudo, procuratrice capo di Aosta quando si consumò il delitto di Cogne. "Abbiamo fatto tutte le indagini possibili, abbiamo sentito e monitorato tutti i possibili ‘sospetti' indicati dalla famiglia. Poi i Ris hanno rilevato il sangue sulle ciabatte ed è stato trovato il pigiama sotto le lenzuola. Insomma si è chiarito che non poteva che essere stata la madre. Avevamo le prove, sono state raccolte bene. Rispetto ad altre inchieste simili questa non è stato possibile scalfirla", ha spiegato.
Cosa fa oggi Annamaria Franzoni
Oggi Annamaria Franzoni gestisce un agriturismo in una frazione di San Benedetto Val di Sambro, insieme al marito e ai due figli, l'ultimo dei quali nato poco dopo la morte di Samuele. L'annuncio della gravidanza fu dato in diretta al Maurizio Costanzo Show, a riprova dell'interesse mediatico senza precedenti sollevato dal caso.