La moglie di Alessandro, morto dopo la puntura di un calabrone: “Mi è crollato ai piedi, non posso accettarlo”

"Era andato in una discarica a un chilometro da casa per buttare una vecchia lavatrice. Lí è stato punto dal calabrone, mentre entrava in macchina, e ha iniziato a stare male. Deve aver tirato fuori tutta la sua forza per rimettersi in macchina e tornare indietro. Una volta entrato nel soggiorno mi è crollato ai piedi, svenuto".
A parlare è Angela Cibotari, compagna di Alessandro Bologna, albergatore 60enne morto sabato scorso per la puntura di un calabrone dopo 10 giorni di agonia. In una intervista al Resto del Carlino la donna ha ricordato cosa è successo quel 6 agosto, prima che l'uomo, titolare del B&b La Meridiana House di Villa di Cassano, a Monterenzio, fosse ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Maggiore a causa di uno shock anafilattico. A mantenerlo in vita, dopo la puntura dell'insetto, era stata proprio la compagna, che aveva praticato il massaggio cardiaco fino all'arrivo del personale medico. "Ho chiamato subito il 118 e intanto gli stavo facendo le manovre di rianimazione, ero sotto choc ma volevo fare di tutto per salvare la vita alla mia anima gemella", ha raccontato la donna.
Non era però la prima volta che il 60enne aveva una reazione allergica dopo la puntura di un calabrone. Il primo episodio c'era stato 8 anni fa: "Siamo saliti in moto per andare a trovare mia figlia che viveva a Monterenzio. A un certo punto, mentre guidava, un insetto lo ha punto attraverso il casco. Quando siamo arrivati, era tutto una bolla e ha iniziato a gonfiarsi. Ho chiamato il 118 e ci hanno portati al Sant’Orsola. Aveva avuto una grande reazione allergica e dopo ore lì da loro ci hanno dimesso prescrivendo alcune fiale, da tenere con noi, in caso ricapitasse". Ma proprio queste fiale di cui Cibotari parla non sono state utili questa volta.
"Le fiale che ci hanno dato sono un antistaminico e quando lui è andato in shock anafilattico io sono corsa a prenderle, mentre ero al telefono con i sanitari, ma dal centralino del 118 mi hanno detto che quelle, vista la reazione, non avrebbero fatto nulla e che a lui sarebbe servita l’adrenalina. Che nessuno ci ha mai prescritto. Perché non ci è stato detto? Non posso accettare che se ne sia andato così, soprattutto se si sarebbe potuto evitare il peggio", ha concluso.