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La mamma della 15enne salvata dal medico in pensione a Fermo: “Ha citofonato a casa, non eravamo un numero”

Parla la mamma della 15enne che a Fermo è stata salvata da un medico in pensione ancora in servizio con una cooperativa di supporto al Pronto soccorso. “Dopo le dimissioni per sintomi generici ha bussato a casa nostra e ci ha suggerito di approfondire al reparto di neurologia. Ha salvato la vita di nostra figlia, siamo molto grati”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Proviamo un sentimento di forte gratitudine nei confronti dell'equipe del reparto di neurologia dell'ospedale di Fermo e del dottor Evangelista" A parlare è Catiuscia Gasparroni, mamma della 15enne che a gennaio si era ammalata per un'infezione che aveva aggredito il midollo spinale. L'adolescente era stata dimessa dal pronto soccorso dell'ospedale marchigiano per sintomi generici, ma poi era stata raggiunta a casa dal dottor Francesco Bernetti Evangelista, attualmente pensionato ma ancora in servizio in una cooperativa di supporto al Pronto soccorso. L'uomo aveva consigliato alla famiglia di rivolgersi al reparto di neurologia dell'ospedale Augusto Murri.

"Vanno ringraziati anche loro – spiega la mamma della 15enne – sono stati bravi e professionali. Grazie alla loro umanità non siamo stati un numero. Possiamo raccontare che non c’è solo la malasanità ma anche tanti ottimi esempi di buona sanità". 

In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, la donna ha raccontato di aver portato la figlia in ospedale a gennaio. "Mia figlia stava male, era un giovedì sera. Diceva che non era la solita influenza, così siamo andati al pronto soccorso. L'hanno dimessa perché i sintomi erano generici, ma lei aveva una gran febbre. Il dottor Evangelista poi ha voluto approfondire a distanza di dodici ore. Non ci aveva avvisato, ha suonato alla porta. Con noi è stato molto cortese e ci ha spinto ad effettuare i controlli al reparto di neurologia.

"Stupisce il fatto che un medico non torni a casa ma vada a citofonare il paziente e faccia il suo lavoro. Per noi il plauso deve andare anche ai medici del reparto di neurologia. Il dottor Evangelista ha avuto la prudenza di sospettare che la malattia di mia figlia poteva non essere una influenza" ha continuato la donna.  L’equipe del dottor Patrizio Cardinali, senza esami strumentali, se non le analisi del sangue, ha fatto una diagnosi e impostato una terapia.

"Sono stati bravi per davvero, si sono presi la loro responsabilità. Hanno osservato la paziente e non hanno lasciato nulla caso. Hanno aspettato di stabilizzarla per via della febbre prima di procedere con la risonanza magnetica. Mia figlia era stata ricoverata ed è stata sottoposta a questa risonanza a cinque giorni dal ricovero perché non era possibile farlo subito a causa della temperatura corporea alta. Noi in quell’ospedale non siamo mai stati un numero, siamo stati sempre seguiti con tutte le attenzioni del caso".

Cinque giorni dopo, la risonanza magnetica ha fatto emergere la probabile infezione che ha raggiunto il midollo. "Per i medici la causa era l'ultimo dei problemi e hanno avuto ragione, non volevano che arrivasse all'encefalo. Hanno fatto una lunga terapia antibiotica cominciata con una somministrazione in vena che ovviamente l'ha indebolita. Era una fase transitoria, mia figlia starà bene come prima. Siamo molto grati, mi è sembrato giusto parlarne, si parla sempre male della sanità e qui a Fermo, invece, abbiamo avuto un esempio di ottima sanità".

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