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La lotta di mamma Deborah contro la malattia: gara di solidarietà per darle una nuova speranza

La storia di Deborah Bonucci, 42enne di Sant’Eraclio, in provincia di Perugia, che dopo una battaglia di mesi e senza esito contro la malattia, cerca ora una nuova speranza in cure sperimentali all’estero affidandosi al cuore dei tanti che vorranno aiutarla donando attraverso la piattaforma gofundme.
A cura di Antonio Palma
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Aveva partorito da soli cinque mesi quando ha iniziato ad avere dolore al seno durante l'allattamento, poi le prime cure e l’infausta diagnosi di cancro al seno con metastasi ai polmoni. È la storia di Deborah Bonucci, 42enne di Sant’Eraclio, in provincia di Perugia, che dopo una battaglia di mesi e senza esito contro la malattia cerca ora un nuova speranza in cure sperimentali all’estero affidandosi al cuore dei tanti che vorranno aiutarla. Dopo varie terapie tra cui due cicli di chemio,  che si sono rivelati insufficienti, e anche un intervento chirurgico di mastectomia e dissezione ascellare, ora la mamma umbra sta cercando di recuperare le risorse economiche necessarie per poter andare in Israele dove si sottoporrà a una terapia sperimentale che ha dato già qualche risultato su altri pazienti.

Per lei è scattata una gara di solidarietà attraverso una raccolta fondi online sulla piattaforma gofundme con lo scopo di arrivare alla cifra di mezzo milione di euro.È quanto è necessario per poter entrare nel programma del Sheba Medical Center di Tel Aviv. Deborah è già andata in Israele nei giorni scorsi e ci ritornerà a breve per sottoporsi egli esami preliminari che porteranno a stabilire la cura più adatta al suo caso. “Quello che abbiamo capito, purtroppo, è che in Italia le terapie praticate non sono sufficienti per fermare l’avanzata del cancro” ha spiegato la mamma che in Italia si è sottoposta anche a un protocollo sperimentale presso lo IEO di Milano, che però non ha dato i risultati sperati. Nulla fino ad ora è riuscito ad arrestare il progredire della malattia ma Deborah non si arrende.

“A un certo punto bisogna fare i conti con il numero limitato di cure a disposizione. Il mio tumore è chemio-resistente e allora adesso provo ad affrontarlo con altre armi. Ho già affrontato la malattia che ha portato via mia madre e poi mio padre ma non mi arredo” ha spiegato la donna. “Il tempo in questi casi è davvero fondamentale, prima potrà iniziare la cura e maggiori saranno le possibilità di successo! La sua famiglia ha bisogno di lei, suo marito Marco e le sue due bimbe Ilaria di 13 anni e Vittoria di 21 mesi hanno bisogno della loro mamma” si legge sulla pagina di raccolta fondi “Tutti insieme per Deborah

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