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Covid 19

La lettera di scuse del novax contagiato e curato in ospedale: “Grazie a tutti, ho sbagliato”

A divulgare in forma anonima la missiva dell’ex paziente covid, che ora è guarito, è stata la stessa Asl di Biella che lo ha curato. “Pensavo ‘Il vaccino non mi serve, lasciamolo fare a chi ha paura di ammalarsi’. Mi sbagliavo” ha scritto l’uomo nella lettera, che conclude: “Scusatemi e grazie”.
A cura di Antonio Palma
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Quando è arrivato il momento di vaccinarsi contro il coronavirus ha deciso di dire no, convinto di potersela cavare comunque contro il virus, contando sull’età e rispettando le norme di igiene e del distanziamento sociale, ma purtroppo, senza nessuna protezione, è stato colpito anche lui e in maniera grave tanto da dover essere ricoverato e curato anche con l'uso del casco ventilatorio. Per questo un ormai ex paziente covid piemontese, che ora è guarito e sta bene, ha deciso di scrivere una lettera pubbliche di scuse agli stessi sanitari che lo hanno tenuto in cura nel Biellese, ammettendo di aver sbagliato a valutare i rischi e a non accettare il vaccino anti covid.

A divulgare in forma anonima la missiva dell’ex paziente, che ha meno di 45 anni, è stata la stessa Asl di Biella. “Non ricordo tutti i vostri nomi, ma vi voglio ringraziare per le cure e le attenzioni prestatemi. Lo so che per voi questo rappresenta il vostro lavoro, che fate con passione, e io sono un vostro paziente. Mi sento però in dovere di chiedervi scusa, e soprattutto di scriverlo, perché erroneamente pensavo di stare attento alle precauzioni anti Covid e che, in questo modo, sarei stato sempre bene” si legge nella lettera scritta dall’uomo che a luglio era finito ricoverato per covid nel reparto di Malattie Infetttive-Pneumologia all’ospedale di Ponderano a causa di una grave polmonite.

“Pensavo ‘Il vaccino non mi serve, lasciamolo fare a chi ha paura di ammalarsi’. Mi sbagliavo due volte. La prima, perché se avessi fatto il vaccino non mi sarei ammalato così e forse non mi avrebbero ricoverato; la seconda, perché non avrei infettato i miei famigliari e non li avrei obbligati a stare in casa, con la preoccupazione di una persona cara che non ti può assistere e vedere”. “Gli errori servono per crescere. Sicuramente a tutte le persone che conosco consiglierò vivamente di vaccinarsi, raccontandogli l’esperienza passata e il ‘dovere’ di non ammalarsi. Certamente non dimenticherò i vostri occhi, dove i miei cercavano conferme ma, soprattutto, il conforto delle vostre parole. Non dimenticherò i piccoli e semplici gesti: quando mi imboccavate, mi facevate bere, mi asciugavate il sudore dal viso e le lacrime che uscivano da quegli stessi occhi che bruciavano di tanti pensieri. Concludo queste righe con gli occhi un po’ commossi e, con il cuore in mano, con due parole: scusatemi e grazie" conclude l’uomo nella lettera ai sanitari.

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