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La lettera degli Stagisti In Sospeso: “Meno tirocini col Covid, meno posizioni aperte, uguale disoccupazione”

La lettera a Fanpage.it degli “Stagisti in Sospeso”, un gruppo formato da stagisti provenienti da tutta Italia. “Siamo nati durante la pandemia, con l’obiettivo di dar voce alla nostra categoria, troppo spesso ignorata dai media e dalla politica. Vi scriviamo per fornirvi alcuni dati su come il Covid-19 abbia determinato una brusca frenata del nostro futuro…”.
A cura di Redazione
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La lettera a Fanpage.it degli “Stagisti in Sospeso”, un gruppo formato da stagisti provenienti da tutta Italia. "Siamo nati durante la pandemia, con l'obiettivo di dar voce alla nostra categoria, troppo spesso ignorata dai media e dalla politica. Vi scriviamo per fornirvi alcuni dati su come il Covid-19 abbia determinato una brusca frenata del nostro futuro.

Innanzitutto: cos'è uno stage (o tirocinio)? È un percorso formativo della durata di 6 o 12 mesi in cui la risorsa viene affiancata da un tutor per imparare un mestiere. Spesso è retribuito (almeno €400 al mese) e non viene considerato un vero rapporto di lavoro, in quanto la formazione è al centro del progetto. In molti casi la persona è inserita in pieno nei meccanismi aziendali, collaborando anche in autonomia, ma con un' evidente differenza di retribuzione rispetto ad altri colleghi.

Quanti sono gli stagisti in Italia? I dati forniti dal Ministero del Lavoro evidenziano che nel primo semestre del 2019 sono stati attivati oltre 185.000 stage. Il Covid ha ridotto drasticamente il numero di tirocini nello stesso intervallo di tempo del 2020. Infatti sono stati dimezzati a 96.000. Durante la pandemia la maggior parte di questi tirocini sono stati sospesi per motivi di sicurezza. I tirocinanti non potevano più collaborare in presenza, ma solo in smart-intershipping (da remoto). Come potete immaginare, questa modalità era impossibile da mettere in pratica in molti casi, soprattutto rispetto alla possibilità di avere un contatto costante con il proprio tutor. Di conseguenza, numerosi ragazzi sono rimasti a casa, senza un rimborso spese per almeno due mesi, dovendo magari chiedere aiuto ai genitori per pagare l'affitto o le bollette.

Non abbiamo dati certi, ma si ritiene che solamente in Piemonte siano stati sospesi circa 15.000 tirocini. Se da giugno la situazione è tornata alla normalità, in quanto gli stagisti hanno ripreso il posto in presenza lasciato vuoto per diverso tempo, ma è emersa una seconda grande criticità. Molti tirocini erano iniziati con l'obiettivo di una futura assunzione in azienda. Ebbene, la cassa integrazione richiesta da numerose attività e la conseguente politica del blocco delle assunzioni sta impedendo a questi ragazzi il vero ingresso nel mercato del lavoro.

L’equazione sta diventando tristemente semplice: meno tirocini, meno posizioni aperte in azienda uguale disoccupazione. L’alternativa? Cercare un qualunque lavoro che permetta di pagare le spese mensili, anche se non in linea con il proprio percorso formativo o con i vari stage svolti all’interno di una particolare funzione aziendale. Se l’Italia è una delle nazioni europee con il più alto tasso di disoccupazione giovanile, potete intuire come questi dati stia impattando sul nostro futuro".

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