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La fiaccolata a Roma per ricordare Andrea, 15enne suicida

La storia di un ragazzo è finita sui giornali ieri perché vittima, secondo alcuni, di omofobia. E di una discriminazione che lo avrebbe spinto a togliersi la vita. La Procura ha aperto un’inchiesta e per lui, ieri sera, tanta gente è scesa nelle strade della Capitale.
A cura di Susanna Picone
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La storia di un ragazzo di 15 anni è finita sui giornali ieri perché vittima, secondo alcuni, di omofobia, vittima di quanti, con la loro discriminazione, lo avrebbero spinto al suicidio. La Procura ha aperto un’inchiesta e per lui, ieri sera, tanta gente è scesa nelle strade della Capitale.

Ciò che è certo della storia di Andrea, un 15enne di Roma che amava vestire in rosa, e che per questo si “distingueva” dai suoi coetanei, è che martedì scorso, all’uscita dalla sua scuola, è tornato a casa e con una sciarpa si è impiccato. Per lui non c’è stato nulla da fare, il giovane si è spento dinanzi agli occhi dei suoi familiari. Su Facebook si parlava di lui anche in una pagina e molti, a partire dalle associazioni gay, hanno interpretato alcuni messaggi come discriminatori nei confronti di un ragazzo "additato" come omosessuale. Il risultato è stato che la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta sulla morte del giovane, al momento comunque senza ipotesi di reato. E ieri sera, come era stato annunciato, nelle strade di Roma e intorno al liceo che il giovane frequentava, in tanti sono arrivati con fiaccole e lumini per marciare in suo ricordo e contro l’omofobia.

Il ricordo e il “no” all’omofobia anche sul web – C’erano rappresentanti delle associazioni lgbt, movimenti studenteschi e i compagni di Andrea, gli stessi che respingono le accuse nei loro riguardi e, nel loro dolore, ripetono “Andrea era uno di noi”. E non c’è solo Roma a parlare del “ragazzo eccentrico” perché anche i social network hanno “utilizzato” la notizia di cronaca per rispolverare il problema sempre attuale dell’omofobia. #ioportoipantalonirosa è stato l’hashtag più utilizzato per ricordare Andrea, per dire “vergogna” a quanti si macchiano di discriminazione sempre e a quanti lo avrebbero fatto nei suoi confronti. E poi c’è il nonno di Andrea che, come racconta Repubblica, dice che suo nipote è stato ucciso dalle calunnie, che era troppo sensibile e non ha resistito: “Mio nipote era innamorato di una ragazzina, purtroppo non corrisposto. Me lo posso immaginare perché hanno messo in giro tutte quelle chiacchiere, volevano metterlo in cattiva luce davanti a quella ragazzina, qualcuno gliela voleva soffiare”.

“Il doppio dolore di amici e insegnanti” – Anche la deputata del Pd Anna Paola Concia, come molti altri politici, si è espressa riguardo questa terribile storia cercando anche di fare maggiore chiarezza. Ha fatto sapere di aver incontrato per qualche ora i compagni di classe e gli insegnanti del 15enne. E ha descritto quello che è il loro “doppio dolore”: per la perdita di Andrea e anche perché descritti come i responsabili della sua morte. Anna Paola Concia ha affermato di aver riscontrato “un contesto scolastico assolutamente non ostile alla diversità”. Il giovane che si è tolto la vita viene da lei descritto come “un ragazzo originale”, in cerca della sua identità, “ma di sicuro questa sua diversità era ben inserita nel contesto della classe”. La deputata del Pd ha anche detto di come abbia cercato di spiegare a quei ragazzi che il clamore suscitato da questa notizia è legato al fatto che il bullismo omofobo sia diffusissimo nelle scuole e che le parole relative all’universo gay siano ancora usate per disprezzare. Quel che resta – conclude Anna Paola Concia – è la grande amarezza di una giovane vita spezzata e di una società che ha il dovere di costruire gli strumenti per contrastare il disagio giovanile.

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