La ex non cerca lavoro, lui fa ricorso e il giudice le toglie l’assegno di mantenimento
Niente assegno di mantenimento alla ex coniuge che, in assenza di figli, per lungo tempo si rifiuta di trovare un lavoro e quindi una indipendenza economica, lo ha stabilito la Corte di Cassazione accogliendo il ricorso dell'ex marito della donna che, stanco di pagare, ha chiesto l’annullamento dei precedenti accordi. La vicenda riguarda due ex coniugi torinesi da anni divorziati e su cui la suprema corte è stata chiamata esprimersi dopo i precedenti gradi di giudizio. Con una sentenza pubblicata all’inizio di febbraio, i giudici della suprema corte hanno revocato il mantenimento a una quarantaseienne di Torino sottolineando il suo “atteggiamento rinunciatario” nella ricerca di un'occupazione. La signora alla quale negli ultimi tempi era stato già ridotto l’assegno a circa 200 euro mensili, dovrà pagare anche le spese processuali.
Per i giudici è stato accertato il comportamento della signora che, pur assedendo ancora in età lavorativa, non avrebbe mai nemmeno cercato di rendersi indipendente economicamente. La Cassazione in realtà ha solo confermato la stessa decisione dei giudici di secondo grado, contro cui la donna aveva deciso di fare ricorso sottolineando che non era stato tenuto conto del tenore di vita ai tempi del matrimonio. La 46enne sosteneva che il non aver lavorato per più di 20 anni non le avrebbe permesso di trovare un lavoro adatto. Per la Corte però la donna non ha un’età avanzata, è in buone condizioni di salute e quindi non ci sono impedimenti alla ricerca di un impiego. A pesare sulla decisione però anche il fatto che la donna, come dimostrato dall'ex marito, avrebbe instaurato una nuova relazione stabile che lei però nega parlando di semplice amicizia nonostante una convivenza.