La difesa di Ciro Grillo attacca la presunta vittima: “Non credibile, ha fatto 3mila foto i giorni dopo”

È attesa per lunedì la sentenza per Grillo Jr, finito a processo con i tre amici Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta con l'accusa di violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa italo norvegese e di una sua coetanea in Costa Smeralda. All'epoca dei fatti le vittime avevano 19 anni. Tutto è avvenuto la sera tra il 16 e il 17 luglio del 2019.
Nessun rinvio del processo dunque. I giudici del tribunale di Tempio Pausania hanno respinto le richieste della difesa per uno slittamento motivato dall'esigenza di studiare l'ultima corposa memoria presentata alcuni giorni fa dai legali di parte civile. Nell'udienza di ieri giovedì 10 luglio c'è stata l'arringa degli avvocati difensori Enrico Grillo ed Ernesto Monteverde. E oggi si ritorna in aula per proseguire con le arringhe anche dei legali degli altri imputati.
Per la difesa di Ciro Grillo, il figlio di Beppe Grillo, i rapporti sessuali sarebbero stati consenzienti. E non solo, ritengono le vittime non credibili: "Ha gridato al lupo al lupo qualche volta di troppo e per questo credo che anche i suoi amici non le abbiano creduto. Quante probabilità ci sono che una persona sia vittima di due episodi con elementi a tratti simili?". L'avvocato ha precisato che è strano che la studentessa in Norvegia avrebbe denunciato (poi ritrattato) di essere stata vittima di un secondo stupro.
La difesa di Grillo Jr inoltre si è soffermata sulla quantità di alcol consumato dalle due giovani e dai ragazzi quella sera: il gruppo sarebbe stato prima al noto locale Billionaire per poi spostarsi a Porto Cervo nella villetta a schiera di proprietà della famiglia Grillo. Qui sarebbe stata consumata la violenza. La studentessa aveva fin da subito precisato che era "ubriachissima". E anche su questo punto sono intervenuti gli avvocati difensori Enrico Grillo ed Ernesto Monteverde: "Tutti i ragazzi dai primi interrogatori hanno sempre dato la stessa versione sul quantitativo di alcol consumato quella sera. L'unica che invece parla di un quantitativo più elevato ed ingente è la presunta vittima. La mia impressione è che la ragazza abbia un disagio forte giovanile". Senza contare che "la sua stessa amica ha dichiarato di aver bevuto, ma ha escluso che fossero ubriache, precisando che erano anche in grado di camminare".
Poi gli avvocati ribadiscono: "Quello che dice questa ragazza non è mai quello che poi fa e ha la propensione a non dire la verità. Non è credile e voi giudici avete gli elementi per definirlo. I periti stessi hanno detto che lei ha un problema a dire di no. Dal nostro punto di vista anche solo la richiesta di condanna è sbagliata e noi abbiamo presentato ai giudici ragionevoli dubbi".
Tra le prove che dimostrerebbero per loro l'innocenza del loro assistito c'è anche il fatto che nei giorni successivi la notte al centro del processo sul telefono della principale accusatrice ci sarebbero "oltre 3.300 tra foto e video che non parlano di una persona che sta vivendo un periodo di crisi. Io non do giudizi né voglio suggestionare i giudici, ma il giorno dopo aver subito un fatto come quello, ciò che la ragazza dice e ciò che fa deve essere valutato sotto il profilo della compatibilità con quello che dice di aver subìto". Lunedì i giudici entreranno i camera di Consiglio per decidere la sentenza.