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La denuncia della rockstar Steven Tyler scoperchia giro di corruzione e truffe nel borgo dei nonni in Calabria

Un esposto presentato nel 2022 dal cantante e leader degli Aerosmith contro il borgo dei suoi nonni in Calabria, Cotronei, per un museo della musica al lui dedicato e mai realizzato, ha portato a una lunga e complessa indagine della magistratura che nei giorni scorsi è arrivata alla conclusione con quindici persone indagate.
A cura di Antonio Palma
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Ruderi pagati a cifre folli, false attestazione, truffe e appalti pilotati, è il vero e proprio vaso di Pandora scoperchiato da una diffida presentata da Steven Tyler, cantante e leader degli Aerosmith contro il borgo dei suoi nonni in Calabria, a Cotronei.

Quell'esposto presentato nel 2022 ha portato infatti a una lunga e complessa indagine della magistratura che nei giorni scorsi è arrivata alla conclusione con quindici persone indagate tra sindaco, ex sindaco, attuali ed ex componenti della giunta, dirigenti comunali e imprenditori, accusati a vario titolo  di falso ideologico e materiale in atto pubblico, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione elettorale, concussione, estorsione e tentata induzione indebita a dare o promettere utilità.

Il progetto del "Borgo della musica rock – Steven Tyler"

Il filone principale dell'inchiesta riguarda il progetto del cosiddetto "Borgo della musica rock – Steven Tyler" che aveva ricevuto anche un finanziamento di un milione e trecentomila euro di fondi regionali. Tutto infatti ha inizio con l'idea di creare nel piccolo borgo di 5mila anime in provincia di Crotone un museo della musica dedicata proprio alla Rockstar statunitense, i cui antenati provenivano proprio dal paesino.

Un'idea che Steven Tyler aveva apprezzato tanto da promettere anche una sua presenza, soprattutto perché nell'idea iniziale il cosiddetto "Borgo della musica rock" doveva sorgere nel palazzo Bevilacqua, un edificio nel centro storico di Cotronei nel quale visse proprio il nonno, Giovanni Tallarico.

Col passare del tempo però iniziano a sorgere i primi dubbi e i primi sospetti quando si scopre che l'amministrazione comunale aveva cambiato idea puntando su un capannone alla periferia della città, un edificio da ristrutturare pagato quasi 120mila euro.

Il cantante già nel 2022 quindi aveva diffidato l'amministrazione locale dall'usare il suo nome, portando alla luce lo strano cambio di sede del museo. Una presa di posizione che aveva messo in allarme anche la magistratura che quindi ha voluto vederci chiaro sul progetto iniziando ad indagare.

Dall'inchiesta è emerso così che in realtà l'amministrazione comunale non aveva mai contattato il proprietario di Palazzo Bevilacqua puntando direttamente sul magazzino privato alla periferia della città inducendo in errore anche la giunta comunale.

L'inchiesta e i 15 indagati

L'inchiesta però non si è fermata qui. Proprio analizzando la filiera che ha portato alla decisione della sede del museo, gli inquirenti infatti hanno documentato un modus operandi con gravi irregolarità amministrative e tecniche che avrebbe riguardato anche appalti e forniture.

Tra mancate autorizzazioni paesaggistiche, omissioni di pareri e illegittime procedure di esproprio, il museo non è mai arrivato a concretizzarsi ma nel corso dell'indagine sono emersi diversi altri episodi di frode nella gestione degli appalti pubblici, corruzione e pressioni indebite nei confronti di amministratori e funzionari. Sotto i riflettori della Procura della Repubblica e degli investigatori dei carabinieri per il cosiddetto "Sistema Cotronei" sono finte così 15 persone .

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