L’Emilia prova a reagire al terremoto: preghiera, lavoro e primi matrimoni

418 scosse dalla prima devastante della notte di domenica 20 maggio, per 418 volte la terra in Emilia Romagna ha continuato a tremare seminando morte, distruzione e paura. Nell’ultima notte appena trascorsa l’Istituto nazionale di geofisica ha registrato altri undici eventi, il più forte di magnitudo 2.9 con epicentro tra il mantovano e il modenese. Gli sfollati sono ancora più di 7000 e vengono distribuiti tra centri di accoglienza al coperto, scuole, alberghi della zona e tendopoli che, a causa delle richieste sempre maggiori, continuano ad essere allestite. Il lavoro dei Vigili del Fuoco è costante: ad oggi sono 7.500 gli interventi effettuati per verifiche e messa in sicurezza di edifici pubblici e privati, costruzioni di interesse storico e culturale e strutture industriale. 850 gli uomini al lavoro.
“Non ci deve fermare nulla” – Ritornare a vivere nelle zone colpite dal terremoto è sicuramente difficile ma, ciò che è stato da più parti e più volte sottolineato in questi ultimi giorni, è la forza di volontà di un popolo che non si lascerà abbattere da questa tragedia. E allora ecco che l’imperativo diventa quello di non lasciarsi fermare, di vivere la propria vita quotidiana. In tanti provano a darsi forza stringendosi nella fede: a Finale Emilia gli sfollati, guidati dal proprio parroco, si sono ritrovati a pregare nelle tendopoli, a Poggio Renatico alcuni ragazzi hanno ricevuto la cresima, i funerali di alcuni degli operai morti domenica notte sono stati celebrati, oggi si svolgeranno quelli di altre due vittime del sisma, Nicola Cavicchi e Nevina Baldi. In diversi luoghi di lavoro ci si fermerà per ricordarli. E una coppia ha anche deciso di ricominciare a vivere insieme, sposandosi ieri al municipio di Vigarano.
La terra ha tremato anche al Sud – Mentre l’attenzione è tutta rivolta al dramma dell’Emilia Romagna, un altro popolo questa notte ha sentito la terra tremare: due scosse di terremoto, di magnitudo 4.3 e 3.2, sono state registrate alle 3.06 e alle 3.32 al confine tra la Calabria e la Basilicata. Il primo sisma ha avuto ipocentro a 3 km di profondità in prossimità dei comuni cosentini di Castrovillari, Morano Calabro, San Basile e Saracena, il secondo si è verificato tra Morano e i comuni potentini di Rotonda e Viggianello. Fortunatamente non si hanno avuto però segnalazioni di danni a cose e persone.