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Iovine sul processo Spartacus: “Non si poteva aggiustare, troppa attenzione”

La deposizione del nuovo pentito in videoconferenza al processo per le minacce a Saviano e alla Capacchione. Qualche giorno fa aveva parlato di “una struttura per corrompere i giudici, 250mila euro per aggiustare i processi”.
A cura di Biagio Chiariello
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Il processo di appello "Spartacus", scaturito dalla principale inchiesta sul clan dei Casalesi, non si poteva "aggiustare" in quanto l'attenzione di magistrati e media “era altissima”. Lo ha detto l’ex boss pentito ed ora collaboratore di giustizia, Antonio Iovine che ha deposto in videoconferenza al processo per le minacce allo scrittore Roberto Saviano e alla giornalista Rosaria Capacchione, in corso davanti alla III sezione del tribunale di Napoli presieduta da Aldo Esposito. A tal proposito, qualche giorno fa O’Ninno aveva sostenuto l’esistenza di una “struttura che girava per il tribunale di Napoli” per corrompere i giudici. Il pm della Dda Cesare Sirignano ha chiesto a Iovine per quale motivo vi fosse stato il presunto pagamento di somme di denaro per ottenere assoluzioni in appello in tre processi per omicidio (come il pentito afferma di avere appreso dal suo ex legale Michele Santonastaso, da tempo in carcere) e non per “Spartacus”.

“L'avvocato Santonastaso – ha detto Iovine- mi lasciò intendere che questo processo aveva un percorso del tutto normale perché Spartacus era al centro dell'attenzione della magistratura. Stavamo tutti i giorni sui giornali, cose mai successe in tutta la storia della camorra casertana”.

Iovine: "250 mila euro per aggiustare i processi"

Iovine ha affermato che sarebbero stati versati 250 mila euro a un giudice e a un avvocato per "aggiustare" un processo in appello relativo a un duplice omicidio. La procura di Roma, competente a indagare sui magistrati partenopei, ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di corruzione in relazione alle dichiarazioni del pentito. Iovine nei verbali  aveva fatto anche i nomi del giudice e dell'avvocato che sarebbero stati coinvolti nella vicenda. Santonastaso gli avrebbe fatto sapere che l'avvocato voleva 200 milioni di lire necessari per fargli ottenere l'assoluzione. “Io accettai – ha raccontato in un interrogatori – fui assolto e pagai i 200 milioni in due rate di 100 milioni ciascuno. Santonastaso non mi ha mai spiegato nel dettaglio quale strada fu percorsa per ottenere l'assoluzione ma era chiaro che essa era stata ottenuta con metodi illeciti”.

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