386 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Investì una 52enne di ritorno dal lavoro in bici, condannato a soli 2 anni di carcere

Il 34enne che nel 2021 travolse e uccise a Modena la 52enne Gorica Dilic è stato condannato a soli due anni di carcere. “Insoddisfatti per la condanna, speravamo in qualcosa di più” ha dichiarato il figlio della vittima, Milos.
A cura di Gabriella Mazzeo
386 CONDIVISIONI
Gorica Dilic, da Facebook
Gorica Dilic, da Facebook

È stato condannato a soli due anni di carcere il 34enne che lo scorso 14 novembre 2021 travolse Gorica Dilic, di 52 anni, che stava rientrando a casa con la sua bicicletta dal lavoro. L'uomo, che quel giorno era alla guida di un Suv, investì e uccise la 52enne che stava tornando a casa dopo il suo turno serale presso il ristorante Stradyvari, a Modena.

Secondo quanto ricostruito, la donna si trovava in sella alla sua bici, su un lato del manto stradale, con tanto di ombrello rosso aperto: nonostante fosse notte, l'uso dei fari avrebbe consentito all'automobilista di individuare la donna immediatamente.

Il 34enne, anziché prestare soccorso alla donna investita, fuggì subito dopo l'impatto, così come ammesso anche dal suo legale Pier Francesco Rossi, "non pensando che l'esito dell'incidente fosse così grave". Secondo quanto accertato dalle autorità, l'uomo non aveva assunto né alcol né droga prima di salire in auto.

A soccorrere la 52enne madre di due figli fu invece la passeggera di una Passat che si trovava alle spalle del Suv. La donna provò a praticarle un massaggio cardiaco, ma all'arrivo dell'ambulanza le condizioni di Gorica peggiorarono rapidamente fino alla morte.

Ad attenuare la pena prevista per il 34enne, il fatto che fosse incensurato. L'uomo ha pagato un risarcimento pecuniario ai figli Milos e Antonio e alla madre Milka, ma qualche banconota non basta a placare il dolore.

"Non mi aspettavo molto di più perché purtroppo la legge italiana è questa – ha raccontato Milos – ma due anni per aver commesso un crimine così grave sono proprio pochi. Ci resta la consolazione che un po' di giustizia mia madre l'abbia ricevuta".

Insoddisfatto anche l'avvocato Petra D'Andrea, che segue con l'associazione fiorentina Gabriele Borgogni  processi per omicidio stradale in tutta Italia. "Non siamo soddisfatti per una pena così bassa, ma il fato che il giudice ci avesse ammesso come parte civile e che si fosse andati a processo con rito ordinario lo riteniamo importante".

386 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views