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Insegnante prende pensione e stipendio contemporaneamente per 12 anni: Stato chiede 72mila euro agli eredi

È accaduto a Belpasso, in provincia di Catania. Già condannate la preside e la dirigente amministrativa. La prof ora è morta. Così la Ragioneria dello Stato ha iniziato un’azione di recupero nei confronti degli eredi.
A cura di Biagio Chiariello
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In Sicilia, un'insegnante ha percepito contemporaneamente stipendio e pensione per 12 anni. Per la Corte dei Conti il doppio emolumento, causato da un errore della dirigenza scolastica, ha causato un danno erariale di 72 mila euro.

La vicenda ha avuto inizio dalla mancata trasmissione di un documento con il quale avrebbe dovuto essere comunicato il collocamento in quiescenza dell’insegnante. Comunicazione che, invece, non venne inviata dalla scuola. E così la professoressa nonostante fosse andata in pensione nel 2006, avrebbe continuato a percepire il doppio emolumento fino al 31 agosto del 2018.

La donna ora è morta. Così la Ragioneria dello Stato ha iniziato un'azione di recupero nei confronti degli eredi.

L'errore fatale, come stabilito dai giudici contabili presieduti da Giuseppe Aloisio, sarebbe stato commesso dalla dirigente scolastica della scuola Giovanni Paolo I di Belpasso (Catania) e dalla dirigente amministrativa: la prima avrebbe dovuto curare la sottoscrizione del citato modello "D", verificandone la spedizione. La seconda avrebbe dovuto curare tutti gli adempimenti amministrativi connessi.

E in effetti le Guardia di Finanza in un cassetto della scuola catanese ha trovato il modello nel fascicolo dell'insegnante con dentro il foglio mai spedito.

La prof, quindi, ha continuato a percepire la doppia somma perché "la responsabile della segreteria scolastica aveva l’obbligo di predisporre tutta la documentazione connessa al collocamento in quiescenza della professoressa e accertarsi la trasmissione del modello. La responsabilità non può essere attenuata dalla circostanza che nel periodo interessato, la responsabile si trovasse in congedo e venisse sostituita dalla signora R.T. con funzioni vicarie. La dirigente appena rientrata avrebbe dovuto accertarsi della trasmissione del modello D".

La dirigente con rito abbreviato ha pagato la somma di quasi 11 mila euro, pari al 30% dell’importo richiesto dal procuratore Pino Zingale. L’altra responsabile dell'accaduto, la dirigente amministrativa, è stata condannata a risarcire la somma di 18 mila euro.

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