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“Inneggiavano al fascismo”, sigilli alla sede dell’associazione Avanguardia Torino: 17 indagati

I carabinieri del Ros hanno sequestrato la sede Edoras dell’associazione Avanguardia Torino in via Tibone 2: i reati per cui si procede sono “associazione finalizzata alla propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa” e violazione della legge del 1952 sulle “manifestazioni fasciste”.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine da Instagram.
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Esaltazione dei principi e dei metodi del fascismo e del nazismo. Per questo è stata sequestrata oggi la sede del movimento "Avanguardia Torino" denominata Edoras in via Tibone 2 da parte dei carabinieri del Ros. I reati per cui si procede – si sottolinea – sono quelli di "associazione finalizzata alla propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa" e di violazione della legge del 1952 sulle "manifestazioni fasciste". Ci sono anche 17 indagati, a piede libero, a cui non sono state disposte misure cautelari.

Nella ricostruzione dell’accusa, le indagini hanno consentito di rilevare che presso tale sede sono stati organizzati, nel corso del 2024, eventi musicali e culturali, a cui hanno partecipato militanti italiani e stranieri, nel corso dei quali gli indagati hanno effettuato manifestazioni di esaltazione dei principi, fatti o metodi del fascismo (come risulta anche da alcuni contenuti pubblicati sui social), le sue finalità antidemocratiche e di idee o metodi razzisti e hanno compiuto manifestazioni usuali del disciolto partito fascista e di organizzazioni naziste.

Il provvedimento – si legge nel comunicato dei Ros – è stato richiesto per evitare che "la libera disponibilità dei locali agevoli la commissione di nuove e analoghe condotte di reato. Si ribadisce che gli indagati devono essere considerati innocenti fino a sentenza di condanna definitiva". In altre parole, la procura di Torino ne ha chiesto il sequestro per evitare che la disponibilità di questi locali continui ad agevolare i comportamenti sotto osservazione.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo Avanguardia Torino intratteneva rapporti con movimenti europei di estrema destra, in particolare francesi e ungheresi, che partecipavano a eventi culturali e musicali nella sede del circolo Edoras, luogo di ritrovo, dove si celebravano rituali nostalgici con canti, saluti fascisti e poesie di quel periodo. Inoltre anche i militanti di Avanguardia si recavano all'estero per iniziative organizzate dai movimenti europei ideologicamente a loro vicini.

"Quanto accaduto oggi a Torino ai danni del nostro movimento, con il sequestro della nostra sede, non è altro che l'ennesima dimostrazione del trattamento repressivo che viene riservato, in Italia e in Europa, a tutti i Patrioti che non si arrendono e continuano a difendere la propria terra, denunciando, ad esempio, i danni e le conseguenze dell'immigrazione di massa o la dittatura del pensiero unico progressista", è stato il commento di Avanguardia Torino dopo il sequestro della sede. "Avanguardia Torino – proseguono gli attivisti – è un movimento che, seppur giovane, ha fatto molto per la città e non solo, sempre alla luce del sole. Campagne, banchetti, volantinaggi e iniziative culturali e di solidarietà, anche europea, come quella effettuata durante l'alluvione che ha colpito Valencia, quando abbiamo raccolto e portato fino in Spagna un quintale di aiuti umanitari per gli sfollati. Sembra quasi che, però, a una gioventù che aiuta il prossimo e si mette a disposizione della Comunità locale e nazionale si preferisca una gioventù ripiegata su se stessa, debole, isolata e, magari, anche drogata. Sembra che ormai in Europa difendere certi valori, come la Patria, l'identità, la famiglia e la religione, sia diventato illegale, ma per noi sono valori fondanti che continueremo a portare avanti". "Il nostro movimento, così come tutti i suoi membri, si difenderanno nelle sedi opportune, consapevoli di non aver commesso alcun crimine se non quello di difendere l'Italia che, però, non ci risulta sia ancora un reato", concludono.

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