Incidente in acciaieria, l’operaio eroe: “I miei colleghi sembravano fusi”

"E' stato come un terremoto, un boato che mi ha alzato da terra. Poi, mentre fuggivo, mi sono trovato davanti Todita, che chiedeva aiuto, e ha fatto in tempo a dirmi che sotto c'era l'altro collega". E' il drammatico racconto dell'incidente avvenuto ieri alle Acciaierie Venete di Gianni Gallo, uno dei lavoratori che sono riusciti a mettersi in salvo. "Non dimenticherò mai come li ho visti: sembravano ‘fusi' – aggiunge – il calore tremendo gli aveva lasciato addosso solo le scarpe e brandelli dei pantaloni". "Al momento dell'incidente – ha raccontato Gallo, 47 anni – mi trovavo sul piano di colata, quasi all'altezza della siviera. Quando è caduta ci siamo sentiti mancare la terra sotto i piedi. Un fortissimo boato, e fuoco dappertutto".
All'indomani del terribile incidente i lavoratori di Acciaierie Venete hanno indetto uno sciopero per tentare di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle condizioni di sicurezza degli stabilimenti. Intanto i medici hanno confermato che le condizioni degli operai coinvolti dipendenti diretti e due della ditta in appalto Hayama Tech, continuano ad essere gravi, anche se a destare maggiori preoccupazioni sono quelle di un operaio che nella notte si è aggravato. Si tratta di uno dei due, assieme a Marian Bratu, anch'egli in condizioni “disperate”, investito dall’ondata di aria incandescente che si è sprigionata dopo il crollo della siviera, la “cesta” che conteneva 90 tonnellate di acciaio fuso. Il crollo è avvenuto da un’altezza di 4-5 metri e l'incidente è stato definito “imponderabile” da Acciaierie Venete, che ha spiegato come l’impianto fosse stato revisionato lo scorso mese.
Intanto Cgil, Cisl e Uil del Veneto hanno proclamato lo sciopero regionale di tutto il settore siderurgico. “Il gravissimo incidente di Padova – hanno dichiarato in una nota congiunta – è purtroppo l’ultimo di una interminabile sequenza di incidenti, spesso mortali, che in questi mesi hanno funestato il Veneto e il Paese, un tributo di sangue inaccettabile che occorre fermare al più presto per garantire a tutti i lavoratori e in tutti i luoghi di lavoro il diritto alla salute e alla sicurezza”.