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Inchiesta viadotti autostrada. Il Fado non veniva controllato da anni ma era a rischio crollo

Le ultime verifiche sul viadotto Fado risalgono a svariati anni fa. E’ quanto emerge dalle perquisizioni effettuate dagli uomini della Guardia di Finanza, secondo cui le condizioni strutturali del ponte erano peggiori persino a quelle del vicino Pecetti che Speri, società incaricata di svolgere i controlli, aveva stabilito essere pessime.
A cura di Davide Falcioni
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Le ultime verifiche sul viadotto Fado, in Liguria, risalgono a svariati anni fa. E' quanto – come rivela il Corriere – emergerebbe dalle perquisizioni effettuate dagli uomini della Guardia di Finanza, secondo cui le condizioni strutturali del ponte erano peggiori persino a quelle del vicino Pecetti che Speri, società incaricata di svolgere i controlli, aveva stabilito essere pessime. Secondo i magistrati il Fado è stato oggetto di "controlli superficiali determinati da ispezioni svolte con modalità interne alla società concessionaria", ovvero Atlantia – Aspi. Per entrambi i viadotti è stato rilevato "un grave deterioramento con pericolo di rovina", pericolo poi effettivamente concretizzatosi.

Oltre al Pecetti e Fado risultano gravi le condizioni di altri tre viadotti liguri gestiti da Aspi, cioè il Bisagno e il Veilino sulla A12 Genova-Livorno, e il Letimbro sulla A10 per Ventimiglia: tutti  e cinque hanno ricevuto una valutazione impietosa, che impone lavori urgenti. Questi cinque ponti risultano tra le prime infrastrutture segnalate dai magistrati dopo la scoperta dei presunti falsi sulle relazioni di servizio dei quali sono accusati Spea e Aspi. Per questi gli inquirenti hanno aperto un fascicolo di inchiesta a carico di ignoti per "omissione di lavori che minacciano rovina". Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Walter Cotugno, già titolare dell'inchiesta sui falsi.

I 20 ponti a rischio crollo in Italia

Oltre al Pecetti e al Fado, in Liguria, pericoli di crollo sono stati riscontrati al Paolillo, sulla Napoli-Canosa di Puglia; sul Moro, a Pescara, sulla Bologna-Taranto. Sotto la lente dei magistrati sono finiti il viadotto Vegnina (A26, passato da 50 a 60), viadotto Coppetta (A7 da 50 a 70), Ponticello ad Archi (A10 da 50 a 70), sottovia Schiantapetto (A10 da 50 a 60), viadotto Biscione (A26 da 50 a 60), ponte Scrivia (A7 da 50 a 70), ponte statale del Monferrato (A26 da 50 a 60). E, ancora: Rocce Nere (A26, rimasto a 50), il Bormida (A26 adesso a 70), lo Stura 5 (A26 voto 50). Infine, ci sono il Gargassa (A26), il Busalla (A7), il Coppetta (A7, voto 70), il Veilino, il Bisagno e il Sori (tutti in A12). Senza dimenticare i già citati Pecetti e Fado, e ancora il Paolillo e il Moro.

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