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Incendio Brendola, allarme inquinamento per il rogo tossico: “Vietato mangiare frutta e verdura”

Allarme disastro ambientale a Brendola, in provincia di Vicenza, dove un incendio è scoppiato oggi in una fabbrica di vernici, per cause in via di accertamento. Mentre i comuni limitrofi consigliano ai residenti di chiudere porte e finestre e di non stare all’aria aperta e di non mangiare frutta e verdura esposta, gli esperti dell’Arpav stanno procedendo ai campionamenti dell’aria: si teme che dalla nube possano nascere emissoni di diossine e altre sostanze tossiche per la salute.
A cura di Ida Artiaco
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Allarme inquinamento a Vicenza e dintorni, dove questa mattina un vasto incendio è scoppiato in una impresa di vernici a Brendola, preceduto da una serie di esplosioni. Oltre a rimanere a casa, a non utilizzare le strade adiacenti e a tenere chiuse porte e finestre, l'amministrazione comunale ha ordinato di non mangiare frutta e verdura che sono stati esposti alla nube tossica. Ma cosa è successo di preciso? Intorno alle 13 un'enorme nuvola di fumo nero e fiamme alte almeno fino a 20 metri hanno cominciato a essere visibili a chilometri di distanza, invadendo anche le corsie dell'autostrada A4.

E mentre i vigili del fuoco sono ancora al lavoro per terminare tutte le operazioni di spegnimento del rogo e messa in sicurezza dell'area, gli esperti temono per il disastro ambientale. Nei depositi della Isello Vernici di via Orna, infatti, vi sarebbero solventi che possono sviluppare diossina, una sostanza tossica e cancerogena, legata proprio all'emissioni di fumi. Non solo. I pompieri stanno controllando alcuni silos inesplosi, che non si riesce a sapere che cosa contengano. Le maggiori preoccupazioni sono per i lavoratori dell'azienda, ma tutta la zona limitrofa all'edificio è stata evacuata.

I provvedimenti dei Comuni dopo l'incendio e le analisi di Arpav

Il comune di Brendola e le forze dell'ordine invitano i residenti e i lavoratori della zona a non uscire e a tenere porte e finestre chiuse, mentre anche la provinciale 500 e la strada d'accesso dal casello autostradale di Montecchio sono state bloccate per precauzione.  Sempre l'amministrazione comunale di Brendola ha ordinato, con una nota pubblicata sul proprio sito, di non consumare frutta ed ortaggi che sono stati esposti alla nube tossica. "In relazione all'incendio attualmente in corso – si legge sulle pagine social anche del comune di Vicenza –  in una ditta di vernici di Brendola, a titolo puramente precauzionale si consiglia di chiudere le finestre e non sostare all'aperto anche nel territorio comunale di Vicenza. L'amministrazione comunale sta monitorando l'evoluzione dell'evento in stretto contatto con Arpav".  Quest'ultima è impegnata in particolare a cercare di capire il raggio della nube che si è sprigionata a seguito dell'incendio, procedendo anche con l'esecuzione dei campionamenti dell'aria. Anche i comuni di Altavilla, Montecchio Maggiore, Creazzo e Sovizzo a scopo precauzionale invitano a chiudere le finestre e non sostare all'aperto. A Creazzo la piscina all'aperto è stata chiusa.

Incendio in provincia di Vicenza, cosa rischia la popolazione

L'Arpav sta, dunque, eseguendo una serie di analisi di campionamento dell'aria per capire quali e quante sostanze sono state emesse nel corso del maxi incendio scoppiato questa mattina in una fabbrica di vernici nel vicentino. La preoccupazione maggiore degli esperti riguarda, in particolare, lo sviluppo di diossina a partire dal rogo di solventi e vernici contenuti all'interno dell'azienda. Questa sostanza, chiamata dagli addetti ai lavori tetraclorodibenzo-p-diossina (Tcdd), formata da cloro, carbonio, idrogeno e ossigeno, è altamente tossica. L'incenerimento dei rifiuti o dei materiali che contengono cloro, infatti, emette diossina. La soglia massima di tollerabilità è stata fissata dall'Organizzazione mondiale della Sanità in un trilionesimo di grammo al giorno per kg di peso. Basti pensare che 8 milionesimi di g per kg causano malformazioni ai reni e al palato nei feti. Bisognerà aspettare ora le comunicazioni dell'Arpav per ulteriori indicazioni.

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