In quali regioni le terapie intensive sono oltre la soglia d’allerta: l’elenco aggiornato

Sale ancora la pressione sugli ospedali italiani alle prese con una nuova impennata di casi di Coronavirus. Secondo il bollettino, di oggi, mercoledì 3 marzo, si registra un incremento di 193 unità per quanto riguarda i ricoveri ordinari e di altre 84 unità in terapia intensiva, per un totale rispettivamente di 19.763 e di 2.411. I nuovi ingressi sono stati 222: tra cui 44 in Lombardia, che è la regione con il maggior incremento giornaliero, 28 in Emilia Romagna, 23 in Veneto, 20 nel Lazio e 18 in Campania. Solo in Valle d'Aosta non c'è stato nessun nuovo ricovero in rianimazione. Intanto, aumentano ancora i nuovi casi, oltre 20mila nelle ultime 24 ore, il che si traduce ovviamente in strutture ospedaliere in affanno. A livello nazionale, secondo i dati Agenas aggiornati al 2 marzo, la media di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è del 26% (+1% rispetto al giorno prima), quindi sempre più vicina alla soglia critica del 30% individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30/4/2020. Lo stesso decreto stabilisce la soglia d'allerta per i ricoveri in area non critica al 40%: al momento è al 31%.
I dati dei ricoveri in terapia intensiva regione per regione
La situazione è tuttavia molto varia a seconda delle regioni. Ecco il numero dei nuovi ingressi in terapia intensiva nel dettaglio:
- Lombardia: +44
- Veneto: +23
- Piemonte: +8
- Campania: +18
- Emilia Romagna: +28
- Lazio: +20
- Toscana: +14
- Sicilia: +2
- Puglia: +15
- Liguria: +3
- Friuli Venezia Giulia: +7
- Marche: +10
- Abruzzo: +8
- Sardegna: +1
- P.A. Bolzano: +3
- Umbria: +9
- Calabria: +2
- P.A. Trento: +5
- Basilicata: +1
- Molise: +1
- Valle d'Aosta: +0
Le regioni oltre la soglia d'allerta

Stando ai dati Agenas, le situazioni più critiche, per quanto riguarda proprio le terapie intensive, si hanno in Umbria (55%), Molise (49%) e la Provincia autonoma di Trento (47%). Seguono poi Abruzzo (41%), Friuli Venezia Giulia (35%), Marche (33%), Emilia Romagna (32%), Lombardia (34%, +3% rispetto a ieri), Provincia autonoma di Bolzano (31%) e Toscana (30%). A livello nazionale, invece, la media è del 25%. Ma a preoccupare sono anche altre realtà. In particolare, non sono invece lontane dalla soglia critica Piemonte (28%) e Puglia (29%), anche se quest'ultima è scesa dell'1% rispetto al precedente monitoraggio. Le situazioni migliori si hanno in Sardegna, che lunedì scorso è stata la prima a passare in zona bianca, e Basilicata (9%), che tuttavia è in zona rossa, ma anche in Val d'Aosta (10%) e Veneto (11%).