In difficoltà ma rifiutano i soccorsi per 3 giorni, alpinisti rischiano di pagare 7500 euro

Potrebbero essere chiamati a pagare una salatissima multa i due alpinisti che, nonostante le evidenti in difficoltà mentre scalavano le Tre cime di Lavaredo, sulle Dolomiti, per due volte hanno rifiutato i soccorsi dell'elicottero di emergenza prima di arrendersi e farsi accompagnare a terra. Si tratta di una coppia di spagnoli che è rimasta attaccata per tre giorni a una parete della montagna senza poter scendere né salire prima di essere tratti in salvo da un elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites di Bolzano, che lunedì pomeriggio è riuscito ad avvicinarsi ai 2.750 metri di altezza per farli salire a bordo. I due, un 45enne e una 36enne di Barcellona, probabilmente ora riceveranno un salatissimo conto spese per i soccorsi prestati, che può arrivare fino ai 7500 euro, come prevedono le norme locali per chi si è messo nei guai da solo e non ha riportato un graffio nell'incidente.
Il comportamento dei due in effetti ha messo a dura prova la pazienza dei soccorritori che solo al terzo tentativo e solo con l'intervento della madre dell'alpinista rimasta al rifugio infine sono riusciti a convincere i due a scendere. La coppia in realtà era stata già contattata da un elicottero che era in zona per altri alpinisti in difficoltà e l'aveva notata ferma, ma i due avevano assicurato che non vi erano problemi. Da allora erano avanzati molto poco e quando si sono fermati definitivamente, l'elicottero si è alzato nuovamente in volo per soccorrerli ma per ben due volte nel week end loro hanno rifiutato l'aiuto, convinti di poter proseguire la scalata. Infine è arrivato anche il maltempo e quando il 45enne non ha più risposto al telefono la madre si è sentita anche male, poi, grazie ad un varco nella nebbia, l'elicottero finalmente li ha raggiunti e la coppia è stata portata in salvo.
Il salvataggio degli alpinisti sulle Tre cime di Lavaredo
"Dalle foto ricevute i soccorritori avevano capito che i rocciatori si trovavano dalla parte opposta rispetto alla normale. Dopo aver spedito loro due relazioni, spiegando dove si trovavano esattamente e cosa avrebbero dovuto fare, li hanno invitati ad attendere le prime luci e ripartire all'alba, per non mettersi in condizioni di rischio dato che avevano già passato una notte in parete" hanno ricostruito dal soccorso alpino, raccontando: "I soccorritori hanno mandato un messaggio al rocciatore per sapere come stavano. Non ricevendo risposte, è stato chiesto ai genitori se volevano che intervenisse l'elicottero per una seconda perlustrazione. A risposta affermativa, è intervenuta l'eliambulanza di Treviso. Appena individuati, anche questa volta, pur essendo poco distanti da dove si trovavano ieri sera e malgrado il tempo in peggioramento, gli scalatori hanno rifiutato di essere imbarcati e l'elicottero è rientrato. Più tardi l'uomo ha iniziato a mandare foto degli ancoraggi e della vista della Cima Grande per far capire la propria posizione e avere indicazioni. Su sollecitazione a chiedere subito l'intervento del 118, se pensava di non riuscire a scendere viste le brutte previsioni del tempo, per non rendere molto difficile il loro rientro – e sottolineando la preoccupazione dei suoi genitori – l'alpinista non ha più risposto". Il Soccorso Alpino e Speleologico Veneto – CNSAS ha continuato a monitorare la cordata fino al salvataggio intorno alle ore 17 di lunedì