Immigrazione, arrestati 24 scafisti. Organizzavano gli sbarchi

Dietro tragedie come quella avvenuta a largo della Libia nella notte tra sabato e domenica ci sono le lunghe mani delle organizzazioni criminali, pronte a incassare milioni di euro sulla pelle di migliaia di persone disperate e costrette a fuggire da guerre, carestie e persecuzioni. A confermarlo è l'ennesimo blitz che ha portato all'arresto nella notte di 24 persone in Sicilia, tra le province di Agrigento, Palermo e Catania. E' qui che si concentra il maggior numero di arresti, anche se le indagini sono solo all'inizio e la rete criminale si spingeva fino a Milano. Le basi operative, invece, si trovavano nei centri di accoglienza Cara di Mineo e Villa Sikania.
L'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, coordinata dai procuratori aggiunti Maurizio Scalia e Lenardo Agueci, e i sostituti Calogero Ferrara e Claudio Camilleri, hanno scoperto un'organizzazione interazionale composta da etiopi, eritrei, ivoriani e ghanesi in grado di garantire ai migranti la possibilità di partire dalla Sicilia ed arrivare nel Nord Italia oppure in Germania, Svezia e Norvegia. La rete di trafficanti era gestita in particolare da u etiope e da un eritreo, Ermias Ghermay e Medhane Yehdego Redae. Il primo, attivo soprattutto in Libia, è da mesi latitante e oggetto di un mandato di arresto internazionale. L'uomo, inoltre, è considerato uno degli organizzatori dello sbarco dell'ottobre 2013, quando a largo di Lampedusa persero la vita 366 persone.
Il traffico di esseri umani fruttava agli organizzatori delle tratte lauti guadagni, tanto che uno degli indagati, intercettato, affermava: "Io la mia America l'ho trovata qua”. Arrivati in Sicilia i migranti venivano (e vengono) stipati in magazzini: lì poi c'era chi procurava loro documenti falsi, talvolta arrivando a organizzare matrimoni di comodo per giustificare la presenza in territorio italiano.