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Ilva: finita la latitanza di Fabio Riva, è stato arrestato a Roma

Dopo due anni e mezzo di latitanza il figlio dell’ex patron dell’Ilva di Taranto è rientrato in Italia ed è stato subito arrestato all’aeroporto di Fiumicino. Riva è accusato di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e corruzioni in atti giudiziari.
A cura di Susanna Picone
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È finita la latitanza di Fabio Riva, l’ex presidente del gruppo Riva Fire che controlla l'Ilva di Taranto. Dopo due anni e mezzo di latitanza Fabio Riva è tornato in Italia per mettersi a disposizione dell'autorità giudiziaria. Appena sceso dall’aereo proveniente da Londra e atterrato all’aeroporto di Fiumicino intorno alle 21 di questa sera il manager è stato arrestato dagli agenti della polizia di frontiera. Momentaneamente dovrebbero portarlo nel carcere di Rebibbia, poi sarà trasferito a Taranto dove nei prossimi giorni Riva sarà interrogato dal gip Patrizia Todisco. Riva era atteso in Italia dalla fine del 2012, quando il Gip tarantino Todisco il 26 novembre firmò contro di lui un'ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta denominata “Ambiente svenduto”. L’industriale italiano dell’Ilva è accusato, in concorso con altri tra cui suo fratello Nicola (il padre Emilio è morto nell’aprile del 2014), di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e corruzioni in atti giudiziari. Fabio Riva è tra i 52 imputati per i quali la procura di Taranto ha chiesto il rinvio a giudizio.

Il patron dell’Ilva di Taranto si trovava a Londra – In Inghilterra, dove aveva trovato rifugio per evitare il carcere, Fabio Riva era stato rintracciato dall’Interpol nei primi mesi del 2013 e liberato poco dopo il suo fermo su cauzione. Per due volte i giudici di Londra avevano dato l’ok per l’estradizione in Italia e per due volte l’ex patron del siderurgico aveva presentato appello. In questi anni oltre all’ordine di arresto firmato dal gip Todisco, Fabio Riva è stato condannato dal tribunale di Milano a sei anni e sei mesi di carcere per truffa e altri sei anni di reclusione sono stati emessi dal tribunale di Taranto per omicidio colposo e disastro ambientale.

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