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Ilo: In Italia mancano 1,7 milioni di posti di lavoro, uno su tre è precario

L’Organizzazione Internazionale per il Lavoro spiega che per avere un tasso di occupazione ai livelli pre crisi all’Italia servono 1,7 milioni di posti di lavoro. Nel nostro Paese ha dilagato il precariato con il 32% degli occupati che ha un contratto non standard.
A cura di Antonio Palma
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All'Italia servirebbero circa 1,7 milioni di posti di lavoro per ritornare ad avere un tasso di occupazione a livelli precedenti alla crisi economica, lo sostiene l'Ilo, l'Organizzazione Internazionale per il Lavoro nel suo rapporto sul mondo del lavoro 2013 che fa il punto sull'andamento occupazionale nel mondo. Secondo l'agenzia della Nazioni Unite infatti nel nostro Paese a partire dal 2008, anno di inizio della crisi più pesante, si sono persi oltre 800mila posti di lavoro mentre al contempo la popolazione in età lavorativa è aumentata di circa 1,1 milioni di persone. La perdita di posti di lavoro ha avuto un'accelerazione nei due ultimi trimestri del 2012 quando sono stati persi quasi 100mila posti con un tasso di disoccupazione passato dal  6,1% nel 2007 all'11,2% del 2012.

Non solo disoccupazione, anche per chi trova un lavoro ormai la precarietà è la norma. Come ricorda sempre l'Ilo a partire dal 2007 il numero dei lavoratori italiani precari è aumentato di 5,7 punti percentuali e ha raggiunto il 32% degli occupati nel 2012, vale a dire un occupato su 3,  con un'impennata anche dopo la riforma Fornero. L'Organizzazione Internazionale per il Lavoro boccia anche la trovata della staffetta generazionale ricordando che invece "il Governo dovrebbe individuare altri mezzi a sostegno dell'occupazione giovanile come ad esempio incentivi all'assunzione di giovani più svantaggiati o borse di formazione e sforzi per migliorare la corrispondenza tra competenze occupazione."

La crisi ha colpito però un po' tutte le Nazioni e il tasso di disoccupazione planetario ha raggiunto il 5,9% nel 2012, e si avvia a salire al 6% quest'anno, vale a dire un aumento dei disoccupati oltre la soglia dei 200 milioni. Numeri che come ricorda l'Ilo si ripercuotono sul conflitto sociale che vede l'Italia tra i Paesi più a rischio insieme a Grecia e Spagna. Un'insicurezza sociale aggravata secondo l'Ilo soprattutto dal continuo declino della classe media, per questo l'invito dell'agenzia  dell'Onu è quello di avere "maggiore attenzione alle conseguenze occupazionali e sociali delle politiche macroeconomiche"

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