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Ilaria Capua spiega perché con Omicron anche i vaccinati si infettano di più rispetto a prima

Ilaria Capua: “La novità è che Omicron si avvia a diventare un nuovo sierotipo di Sars- CoV-2. Significa che è sufficientemente distante dal ceppo originale Wuhan e dai suoi immediati discendenti che evade una parte della risposta immunitaria”.
A cura di Susanna Picone
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"Siamo nell'incubo da oltre 700 giorni. E ora il virus cambia volto. Sarà una lunga sfida. Perché Omicron evade una parte della risposta immunitaria”: a parlare di Omicron sul Corriere della Sera è Ilaria Capua, che spiega perché siamo in una fase diversa della pandemia. Un virus diverso rispetto alle varianti Alpha e Delta e con cui dobbiamo imparare a convivere per molto tempo. “La novità è che Omicron si avvia a diventare un nuovo sierotipo di Sars- CoV-2. Che cosa significa questo? Significa che è sufficientemente distante dal ceppo originale Wuhan e dai suoi immediati discendenti che evade una parte della risposta immunitaria”, è quanto spiega la virologa.

Capua tenta di spiegare in maniera semplice cosa sta succedendo con questa variante: "Ultrasemplificando, è come se in questi due anni il «cugino Omicron» si fosse fatto crescere capelli, barba, baffi e avesse indosso sempre gli occhiali da sole in modo tale che la camera del telefonino e gli algoritmi di riconoscimento facciale non lo riconoscessero più come alpha, gamma o delta. Infatti non lo è: è Omicron. Un virus con il turbo che grazie alla sua contagiosità ci darà filo da torcere”.

Questo è, secondo Ilaria Capua, uno dei motivi per cui anche coloro che hanno completato il ciclo vaccinale contro il Covid si infettano di più rispetto a prima. “Perché questo è un virus diverso, cambiato sia dentro che fuori, e che per forza di cose impareremo a conoscere”, è il parere della virologa. “In due anni però siamo cambiati anche noi sia dentro che fuori. Siamo stanchi, stufi ed esausti dal rincorrere qualcosa che appare inafferrabile. In questo mare di incertezze legate non solo all’evento pandemico, ma anche e soprattutto alle molte, moltissime variabili legate agli aspetti di gestione dell’emergenza, abbiamo una certezza. Che come abbiamo fatto con altri virus quali il morbillo, oppure l’Hiv, con questo Sars-CoV2 e i suoi innumerevoli discendenti dovremo convivere a lungo e applicare al meglio le nostre conoscenze e le precauzioni del caso. Quest’ultimo, ovviamente, in continua evoluzione”, conclude Ilaria Capua.

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