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Naufragio del Bayesian a Palermo

Il veliero Bayesian è stato sollevato “a pelo d’acqua”. Domani il recupero completo del relitto

Lo scafo del veliero Bayesian è stato parzialmente sollevato per consentire la messa in sicurezza delle imbracature e delle cinghie in acciaio. Attualmente galleggia appena sotto la superficie dell’acqua, pronto per il sollevamento finale che lo riporterà completamente a galla.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo mesi di attesa il Bayesian, il lussuoso veliero affondato nella notte tra il 18 e il 19 agosto 2024 al largo di Porticello, verrà riportato a galla. Le operazioni di recupero, affidate alla società olandese Tmc Marine, entreranno nella loro fase decisiva domani all’alba, con l’intervento della maxi gru "Hebo 10", già posizionata nell’area da giorni.

Lo scafo è già stato parzialmente sollevato per consentire la messa in sicurezza delle imbracature e delle cinghie in acciaio. Attualmente galleggia appena sotto la superficie dell'acqua, pronto per il sollevamento finale che lo riporterà completamente a galla. La Capitaneria di Porto di Palermo, che ha supervisionato l’intera operazione insieme alla Procura di Termini Imerese, ha confermato che domattina si procederà con il definitivo recupero. Il veliero sarà successivamente trasportato fino al porto di Termini Imerese, dove l’arrivo è previsto entro il 23 giugno.

I lavori preparatori sono stati complessi: nei giorni scorsi è stato tagliato con un filo diamantato telecomandato l’albero maestro di 72 metri, consentendo allo scafo di assumere una posizione quasi verticale grazie all’azione delle speciali imbracature. I tecnici procederanno ora con il posizionamento di tubi flessibili e tappi negli sfiati del serbatoio di dritta, precedentemente inaccessibili poiché situati a 49 metri di profondità.

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Il naufragio del "Bayesian" ha causato la morte di sette persone, tra cui il miliardario britannico Mike Lynch. Per quella tragedia, sono indagati per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo tre membri dell’equipaggio: il comandante neozelandese James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio di guardia Matthew Griffith.

A ciò si è aggiunto il drammatico incidente del 9 maggio scorso, quando il sommozzatore olandese Rob Cornelis Huijben ha perso la vita durante le operazioni subacquee. L’esplosione di una sacca di idrogeno, generatasi durante il taglio di una cerniera del boma, è risultata fatale. L’idrogeno sarebbe stato innescato dalla fiamma ossidrica utilizzata per il taglio. La Procura di Termini Imerese ha aperto un nuovo fascicolo, iscrivendo nel registro degli indagati per omicidio colposo e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro tre dirigenti della Smit Salvage: Pieter Leedert Willem de Kam, rappresentante legale della società, Willem Mange Woute, responsabile della sicurezza, e Jeroen Mooij, direttore del cantiere.

A condurre le indagini i magistrati Raffaele Cammarano e Concetta Federico, che stanno delineando ulteriori profili di responsabilità in una vicenda che, oltre alla complessità tecnica del recupero, ha assunto ormai anche una rilevanza giudiziaria internazionale.

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