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Covid 19

Il primario che cura i no vax: “Non si pentono, pensano di evitare il vaccino con la malattia”

A Torino su 16 ricoverati per Covid in questo momento, 15 sono quelli che hanno scelto di non vaccinarsi e l’unico vaccinato ha severe patologie ematiche pregresse. “Non ci sono pentimenti tra i ricoverati – racconta Domenico Vallino, direttore della Medicina d’Urgenza dell’ospedale Mauriziano – anzi alcuni di loro sono sollevati perché avendo preso la malattia potranno evitare il vaccino”.
A cura di Gianluca Orrù
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Il ritorno dalle vacanze a Torino c'è già stato ma è da 4-5 giorni che non ci sono nuovi ingressi in terapia intensiva nel capoluogo piemontese. Al momento c'è un solo paziente in terapia intensiva, tre in sub intensiva e 12 nei reparti di bassa intensità. Dei 16 ricoverati complessivi solo uno aveva ricevuto la doppia dose di vaccino, ma è un paziente con "una patologia ematologica sottostante, un paziente fragile come vengono definiti".

Tutti gli altri, il 98% dei ricoverati, ha scelto di non vaccinarsi ed è finita in ospedale: "Avevano diritto, avrebbero potuto farlo – riflette il Dottor Domenico Vallino, Direttore della Medicina d’Urgenza del Mauriziano – qualcuno si riserva di pensarci e di vedere cosa fare una volta guarito, ma la maggior parte di loro è ancora ostile al vaccino nonostante la malattia, diffidente nei confronti della vaccinazione, anche perché adesso dicono ‘mi faccio la malattia e mi faccio gli anticorpi'".

"Lo scetticismo nei confronti del vaccino – ragiona il dottor Vallino – supera la razionalità, ne vediamo di tutti i colori qui". Col ritorno delle vacanze già concluso per la maggior parte dei torinesi, la riflessione delle strutture ospedaliere è che questa ‘ondata' dovuta ai rientri si sia già esaurita.

"Io credo non ci saranno grosse ondate di virus aumentando le vaccinazioni – si sbilancia Vallino – e non ci saranno i disastri dello scorso anno, né altri lockdown. Con un po' di intelligenza, rispettando distanziamento e vaccinandoci non sarà come l'anno scorso. Dovremo convivere col virus, che non sparirà di colpo e continuerà a mutare, ma il prossimo anno probabilmente sarà un virus presente che tenderà a non essere più così ‘cattivo'".

"In caso contrario – conclude il medico – sarebbe un disastro, affrontare un altro autunno come lo scorso sarebbe veramente difficile, ma ci sono delle buone prospettive per cui questo possa non succedere".

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