Il pompiere sviene dopo 20 ore di lotta col fuoco: “Bisognava salvare la montagna”

"Sono entrato in servizio alle otto la mattina per il normale turno di dodici ore, ma quando c’è un’emergenza è previsto che si continui a lavorare anche oltre il turno ordinario ed è quello che ho fatto". Così, in maniera semplice, il vigile del fuoco Franco Nesi ha raccontato gli intensi momenti di lotta contro il fuoco che lo hanno visto protagonista nei giorni scorsi, insieme ai colleghi, per ben venti ore interrotte in provincia di Pistoia fino al crollo. L'uomo infatti è svenuto per un malore dopo essere stato impegnato senza interruzioni insieme ad altri trenta colleghi e ai volontari, contro il devastante incendio che ha colpito la collina di Montale.
Nesi ha coniugato il dovere di pompiere alla volontà di salvare le sue terre. "Ho dato il massimo per salvare la mia montagna, il luogo dove sono nato e dove ho la mia casa" ha spiegato infatti il pompiere intervistato dal quotidiano La Nazione, assicurando che si è trattato di un malore passeggero e senza conseguenze. "Quando è scoppiato l’incendio intorno alle 12,30 io, essendo vice-capoturno e dovendo sostituire il capoturno, ho coordinato le operazioni dalla centrale di Pistoia fino alle 20. Successivamente, dalle ore 20 in poi, sono andato a coordinare gli interventi sul posto a Montale, nell’Ucl, l’Unità di Comando Locale dislocata nei pressi della zona dell’incendio" ha raccontato Nesi, sottolineando:"Il fatto di essere del posto e di conoscere perfettamente il territorio mi è stato molto utile e mi ha consentito di dare direttive e informazioni precise anche alle squadre che venivano da fuori".
Poi il malore improvviso dovuto ad uno sbalzo di pressione."Erano circa le quattro e mezzo ed ero appena tornato all’Ucl quando mi sono messo a sedere e ho avvertito un certo malessere. A quel punto sono stato letteralmente circondato dai volontari della Misericordia di Agliana che mi hanno soccorso" ha rivelato Nesi, non nascondendo l'amarezza di non essere riuscito a proseguire oltre le venti ore il suo lavoro.