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Ryan, il bimbo di 6 anni ferito a Ventimiglia

Il piccolo Ryan è tornato a casa. La mamma: “Chi sa parli, prima che mio figlio recuperi la memoria”

Dopo oltre 90 giorni di ricovero, il bimbo di Ventimiglia torna a casa. Per la vicenda sono indagati i la nonna paterna del bimbo e il compagno di lei, accusati in corso di lesioni gravissime dolose in concorso.
A cura di Biagio Chiariello
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Simone Costanza e suo figlio Ryan
Simone Costanza e suo figlio Ryan
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Dopo aver trascorso tre mesi ricoverato in ospedale, stamattina, 20 marzo, il piccolo Ryan è stato dimesso dal Gaslini di Genova: il bimbo di 6 anni era stato trovato gravemente ferito a Ventimiglia, lo scorso 19 dicembre quando si trovava con la nonna paterna e il compagno di lei, entrambi indagati in concorso con l’accusa di lesioni gravissime dolose in concorso. Il piccolo aveva lasciato la terapia intensiva più di un mese dopo, il 24 gennaio.

Ryan tornerà a casa dalla mamma Elena: "Sta bene – ha detto la donna -, dovrà soltanto tenere un tutore al braccio e il busto per circa tre mesi. Anche psicologicamente non mostra segni di choc o turbamenti, è abbastanza tranquillo".

Le circostanze che hanno portato al ricovero del bambino sono ancora da chiarire e al vaglio della Procura di Imperia. L'interrogativo principale riguarda chiaramente il suo ferimento. Quando è arrivato in ospedale aveva un polmone perforato, lesioni spinali e una brutta frattura ad un braccio. Proprio le dimissioni potrebbero portare alla svolta nel caso che vede coinvolti la nonna e il suo compagno.

Inizialmente la coppia, che avrebbe dovuto prendersi cura del nipotino in assenza dei genitori, aveva raccontato che per una distrazione lo avevano perso di vista per poi ritrovarlo vicino a casa, in strada, ferito. A quel punto lo avevano recuperato e portato in auto sul posto di lavoro del padre, ad almeno 2 chilometri di distanza: le forze dell'ordine arrivate poco dopo lo avevano trovato in condizioni gravissime, tanto da pensare ad un possibile investimento.

Le ferite però non non sembravano ricondurre a "condotte volontarie di percosse o maltrattamento", aveva dichiarato il procuratore Alberto Lari in una nota, senza però escludere "che condotte lesive volontarie possano essersi realizzate in epoca antecedente, tema investigativo questo in fase di approfondimento sul quale non è possibile allo stato formulare alcuna anticipazione".

Ryan col suo papà
Ryan col suo papà

Più plausibile, secondo le indagini, che il bimbo abbia provato a lanciarsi dalla macchina in corsa. Ma per quale motivo avrebbe dovuto farlo? Solo lo stesso Ryan potrà aiutare a far luce su quanto accaduto.

"Se nessuno ha detto la verità finora, difficilmente la diranno adesso – ha concluso la mamma -. Sarebbe meglio confessarla prima che il piccolo recuperi la memoria. Mio figlio dovrà iniziare un percorso di terapia dallo psicologo e prima o poi  parlerà".

Nel frattempo, il piccolo inizierà a scuola: "Appena si riprenderà andrà in prima elementare. Anche in ospedale ha continuato a studiare, c’era la maestra che andava tutti giorni".

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