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Matteo Messina Denaro

Il patrimonio miliardario di Messina Denaro prima dell’arresto: società, auto e beni del boss mafioso

I racconti di collaboratori di giustizia e pentiti parlano di viaggi, auto e vestiti di lusso mentre le indagini raccontano di imprese e società di ogni genere. Matteo Messina Denaro ha accumulato un patrimonio miliardario attraverso fiancheggiatori e prestanome.
A cura di Antonio Palma
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Fin dalla giovane età Matteo Messina Denaro amava il lusso: Diabolik, o "U Siccu", negli anni da boss di Castelvetrano prima, e in quelli da superboss di Cosa Nostra poi, ha accumulato un vero e proprio tesoro, quantificabile in miliardi di euro.

I racconti di collaboratori di giustizia e pentiti parlano di viaggi, auto e vestiti di lusso, mentre le indagini parlano di imprese e società di ogni genere. Quantificare il denaro accumulato dal boss mafioso arrestato oggi sarà difficilissimo anche per gli inquirenti.

Sicuramente Messina Denaro non sembrava fatto per la vita dei suoi predecessori come Riina e Provenzano, trovati e catturati in casolari isolati in campagna in una vita quasi di clausura. Il super boss si spostava molto, in tutta la Sicilia ma anche nel resto d’Italia e all’estero, a dimostrazione dei grandi mezzi economici e soprattutto di una vasta rete di fiancheggiatori.

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In questi lunghi anni di anni di latitanza le indagini di carabinieri e polizia hanno cercato di ricostruire proprio i suoi fiancheggiatori e prestanome che per lui hanno detenuto quella ricchezza, cercando di fargli terra bruciata intorno con sequestri milionari che però non sempre sono serviti ad arrivare al superboss.

Negli anni continue sono state le notizie di sequestri di beni mobili e immobili ritenuti nelle disponibilità del boss anche se intestati ad altre persone. Oltre a conti correnti anche palazzi, ville, terreni, magazzini e autovetture ma anche società di ogni tipo che spaziavano dalla grande distribuzione organizzata all'edilizia.

Per gli inquirenti, Messina Denaro aveva affari in ogni parte d’Italia, da nord a sud, spesso in società del settore alimentare dove venivano riciclati e puliti i proventi delle attività criminali trasformandoli in soldi puliti. Soldi che usava anche per sostenere la sua latitanza

Molti dei suoi beni confiscati, tra cui ad esempio un intero parco eolico, adesso solo nelle mani dello Stato, eppure per gli inquirenti si tratta solo una parte dei beni che erano nella disponibilità di Matteo Messina Denaro, punta di un iceberg ancora sommerso.

Per questo le indagini degli inquirenti sui suoi fiancheggiatori continuano nonostante l’arresto di oggi, come ha confermato il Procuratore di Palermo Maurizio De Lucia. “L’arresto di Messina Denaro è il frutto di un lavoro di squadra che viene da lontano” ha spiegato il pm , assicurando: “Il boss è un uomo con evidenti coperture sulle quali sono in corso in questo momento delle indagini, in queste ore stiamo acquisendo documenti, individuando soggetti e cercando di determinare la rete che lo ha coperto fino a questo momento”.

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